lunedì 29 giugno 2009

Niente di più feroce

Lettura di una lucida analisi di Pasolini sulla tv. 
Fate caso in particolare al pensiero di cui al minuto tre. E' esattamente quello che accade oggi. O la  frase "chiudiamo la bocca ai catastrofisti" non vi dice niente?

venerdì 26 giugno 2009

Citizen Berlusconi

Ci sono voluti 5 anni affinchè una tv italiana trasmettesse il documentario Citizen Berlusconi realizzato da PBS, tv americana che lo ha girato nel 2004. Oggi è andato in onda su "current" canale tv della piattaforma sky sconosciuto ai più (altrimenti mica avrebbe potuto trasmetterlo).
Vi consiglio di procurarvelo, guardarlo e farlo girare. Contiene un ottimo riassunto e "qualcosa di più" sulle malefatte di Berlusconi ma soprattutto del mediaset pensiero e della dittatura mediatica attuale italiana dove non può esistere contraddittorio, dove non esistono i fatti e l'informazione, dove la costituzione rimane un fastidio, un sasso nella scarpa di Citizen "Kane" Berlusconi. Si parte dalla fondazione di Fininvest, dalla politica resa spettacolo, dalla presidenza del Milan sfruttata per farsi largo nei cuori delle famiglie italiane, dalla vita privata resa volontariamente pubblica, per arrivare al controllo di parlamento, rai, aziende influenti e ai licenziamenti dei grandi Santoro e Biagi. Tutte cose che ci sono passate davanti in questi anni e fa specie rivedere tutte insieme e pensare amaramente che non è cambiato nulla, anzi.
Guardatelo ed incazzatevi ancora. E poi ri-incazzatevi perchè non siamo riusciti a fare nulla...primi quelli che potevano farlo perchè all'opposizione. 

giovedì 25 giugno 2009

In your face advertising

Pubblictà progresso contro il regresso della civiltà. Campagna voluta e sostenuta dai circoli ARCI.
Merita di essere visionata. Fatela girare.

lunedì 22 giugno 2009

Iran: 20 anni dopo un'altra Tiananmen

4 giugno 1989: a Pechino proteste studentesche contro il regime totalitario cinese vengono represse con la forza. La data passerà alla storia come un giorno da ricordare nella lotta a tutti i regimi totalitari. L'immagine qui a fianco e pochissime altre, fanno il giro del mondo. Nei giorni e negli anni seguenti il regime cinese tentò e tenta tutt'oggi di cancellare l'onta di quella rivoluzione, togliendola dai libri di storia, non menzionandola mai nei propri organi di comunicazione e cancellando di fatto la memoria storica che solo le generazioni viventi in quel periodo conservano e per fortuna tramandano.
12 giugno 2009: a Theran si assiste alla più grande rivoluzione popolare che il paese ricordi. Dopo anni di regime dittatoriale, le elezioni popolari vengono vinte ancora una volta attraverso irregolarità nello scrutinio dei voti, da Ahmadinejad. Oltre 2 milioni di Iraniani riformisti e vogliosi di libertà scendono in piazza per protestare, chiedendo dove sono finiti i loro voti. 
La storia si ripete, il gioco dei regimi è perpetuo.  Oscurantismo, oppressione, repressione.
Ed ecco cosa succede mentre il regime oscura le comunicazioni e vieta l'entrata ai giornalisti di tutto il mondo:
La lotta per la democrazia è appena iniziata. Resistenza. Solidarietà.

mercoledì 17 giugno 2009

Considerazioni sul post-liberismo

Post socialismo e post liberismo sono temi molto trattati dall'economia di questo ultimo anno di crisi economica globale. E se di post socialismo in particolare si può parlare a ragion veduta dopo gli esiti delle elezioni europee che hanno visto le sinistre di tutta Europa annegare in un bagno di sangue (del proprio ahimè), è pur vero che anche il liberismo può definirsi in una fase avanzata di superamento. La crisi economica infatti ha portato i liberisti convinti, gli Smithiani (da Adam Smith, teorizzatore della mano invisibile del mercato che tutto regola e fa girare), e quindi le destre dei paesi del G8 su tutti, ad applicare principi lungi dall'essere parte della teoria economica liberista, bensì più socialisti. 
L'interventismo statale, così come il protezionismo e le pratiche di liquidazione pubbliche, sono state e sono tutt'ora la spina dorsale del nuovo corso economico con il suo pacchetto di interventi a sostegno di aziende private, banche, assicurazioni. E' successo quindi che chi professava il libero mercato, la neutralità dello stato a qualunque costo ecc., si sia dovuto ricredere dall'oggi al domani a causa del crollo delle fondamenta stesse su cui si basava quel credo. Principi propri del socialismo sono quindi venuti in soccorso delle teorie economiche più liberali, disarmando di fatto le sinistre di tutti i paesi che si sono ritrovate ad essere letteralmente svuotate dei propri contenuti riformisti, d'improvviso invecchiati e non più attuali in quanto già propri delle destre. 
Ci si chiede il perchè della caduta della sinistra, beh credo che frammentazione a parte (comunque causa principe della situazione attuale non solo in Italia) il motivo primario sia da individuarsi in questo. La destra ha avuto la faccia tosta di rinnegarsi e rigenerarsi facendolo, la sinistra non è stata nemmeno in grado di rendersene conto, di farsi le domande giuste e di farlo notare quanto avrebbe dovuto.  Purtroppo.
E' lecito quindi parlare di ideologie "post".
Si collega a questo tra l'altro, il ragionamento se così si può chiamare, di Berlusconi sui media che gli danno contro (lo dice lui). Il "consiglio" dato pubblicamente qualche giorno fa dal premier alle aziende Italiane in merito a come dirottare le proprie campagne pubblicitarie da media che lui definisce "catastrofisti", ad altri più in linea con il suo pensiero (di regime), non può che ascriversi ad un superamento di ideologia liberista, seppur inconscio.
Può infatti Mr Mediaset, Mr Mondadori, Mr Marketing, invitare le aziende italiane dall'alto del suo trono, a scegliere i propri investimenti pubblicitari sulla base di presunti contenuti negativi di un mezzo (si riferiva in particolare alle TV non detenute in prima persona e ai giornali non di porprietà) e non sulla base di criteri come la profittabilità del mezzo, l'audience raggiunto, il target di riferimento, la credibilità e la solidità del gruppo?
Alla faccia della mano invisibile del mercato...
Eh si, in Italia come sempre le questioni ideologiche sono sempre più complicate che in altre situazioni geografiche e in questo caso lo scenario si profila agghiacciante non solo per gente di sinistra, ma anche per chi a destra crede veramente in determinati principi economici di mercato. Sempre che nelle dichiarazioni dei nostri politici si vogliano cercare certi riferimenti e certi "superamenti".
Di cosa parliamo allora: Post-liberismo o mediaset pensiero?

sabato 13 giugno 2009

E adesso?

Passate le elezioni  il nuovo Parlamento Europeo dovrà rendere noti i suoi propositi: politiche sociali, migratorie, alimentari, economiche, ambientali. Fino ad ora i partiti vincenti in diverse nazioni hanno puntato le proprie campagne elettorali su argomenti in grado di attrarre voti facili da parte della maggioranza, ora però si tratta di risolvere questioni in ballo da tempo e di capire che volto dovrà assumere questa nuova Unione in un momento politico di nazionalismo convinto, di rifiuto della condivisione o quanto meno di scetticismo verso il proprio vicino. Servono programmi.
Che succederà?
Niente di nuovo dal fronte occidentale.

martedì 9 giugno 2009

I Canti del Caos - Antonio Moresco

Dopo 7 anni dalla lettura del primo Canto, termino ora la lettura del terzo e conclusivo, dopo una rilettura completa dell'intera opera Moreschiana e sento di poter dire con certezza che mai più leggerò qualcosa di simile. Recensirlo credo sia impossibile perchè piani di narrazione, letteratura, strutture narrative, linguaggio, personaggi sono a tal punto oltrepassati e r-increati, da sottrarre persino le parole possibili alla critica, alla riflessione distaccata.
Riporto solo un passaggio significativo, tra le sillabe finali che mi hanno fatto scorrere un brivido lungo la schiena. Dopo l'increazione, la ri-creazione dello spazio letterario, del concetto stesso di spazio e tempo, non solo narrativo.
"Questo è l'inizio che scavalca all' incontrario l'inizio. Io sono lo scrittore che increato che è venuto al mondo alla fine che c'è prima ancora dell'inizio su questo pianeta immobilizzato, oltrepassato e venduto. E che sta fronteggiando la fine della sua stessa specie e la divaricazione della specie. Faccio ancora parte di questa specie ma sto già scrivendo per un'altra specie che ancora non c'è, non si sa ancora se c'è, ci sarà. Questo libro non esiste, è increato. Nessun libro così è mai stato scritto nè mai potrà essere scritto. Io ho avuto solo la fortuna di venire investito un istante prima di cominciare. Sono lo scrittore increato che da molti anni si stava preparando all'avvento di un'opera mai vista prima... Sono dentro la solitudine infinita dell'inizio che c'è primadopo ogni possibile inizio. Sono nella zona smisurata e increata che c'è tra il concepito e l'inconcepito prima ancora che sia concepito."
Antonio Moreso, Canti del Caos, Mondadori 2009. 
Grazie

Di crisi e di colpe

Riporto un articolo di Repubblica che ben riassume la situazione dopo le europee. Ad ognuno le sue colpe. Gi che ci sono aggiungo che Olanda, Ungheria e Gran Bretagna, oltre all'Italia, manderanno in parlamento chi 2, chi 4 parlamentari di estrema destra e dichiaratamente nazionalsocialisti. Crisi e diffidenza dilagano come la peste...

Che siano al potere o all'opposizione, i partiti conservatori hanno approfittato delle paure degli elettori di fronte alla crisi. La sinistra, in netto calo in tutto il continente, attraversa una "crisi di linguaggio": non è riuscita a parlare al suo elettorato di riferimento, sostiene La Repubblica.

"L'Europa della crisi e delle grandi paure guarda a destra", commenta il corrispondente da Bruxelles de La Repubblica Andrea Bonanni di fronte ai risultati delle elezioni europee. Il successo dei popolari e la drammatica crisi dei socialisti sono infatti il dato più evidente all'indomani del voto.

"La destra moderata riesce paradossalmente a incassare su due fronti: dove è al governo, come in Francia, in Italia, in Germania, vince il messaggio di forza tranquilla, in grado di intercettare e calmare le paure dell’elettorato", scrive Bonanni. "Là dove è all’opposizione, come in Spagna o in Gran Bretagna, incassa invece il dividendo del voto di protesta che fa pagare alle forze di governo lo scotto della crisi economica."

Il Pse raccoglie invece ancor meno di quanto ci si aspettasse. I socialisti europei attraversano una grave "crisi di linguaggio: una afasia nei confronti del proprio elettorato tradizionale e di quello potenzialmente nuovo." Il calo socialista è parzialmente compensato dai buoni risultati dei Verdi, soprattutto in Francia, e dell'estrema sinistra. Ma a crescere è soprattutto la destra antieuropea, che in Gran Bretagna, Austria, Paesi Bassi e Ungheria ha saputo sfruttare la paura per le conseguenze sociali della crisi e il desiderio di un nuovo "ordine morale e razziale".

Il risultato delle elezioni, infine, dovrebbe spianare definitivamente la strada alla riconferma del presidente della Commissione, il popolare José Manuel Barroso. Il crollo dei laburisti sembra invece offuscare la stella di Tony Blair, candidato al posto di primo presidente Ue. I socialisti restano però la seconda forza a Strasburgo e con ogni probabilità rivendicheranno comunque la poltrona. E "quale candidato risulterebbe meno 'socialista' e più gradito alle destre che l’ex premier britannico?", conclude Bonanni.

lunedì 8 giugno 2009

Gli effetti della disinformazione

La campagna elettorale in vista delle Europee si è svolta in questo modo: 4 settimane dedicate alla xenofobia e ai respingimenti degli immigrati, spacciati per grandi risultati politico/sociali, 2 settimane di propaganda scandalistica sulle doti virili di Berlusconi e conseguente esposizione mediatica per il PDL; 3 giorni di scandalo Mills prontamente insabbiato (ma il reato sussiste); 2 serate di 47 minuti su rai-2 e 90 minuti su sky dedicate al pdl con Berlusconi presente in trasmissione; 15 minuti su rai-3 per Franceschini, 8 minuti per Di Pietro. I vari telegiornali nazionali hanno poi dedicato i loro miseri servizi pre-elezioni a delle brevissime carrellate sui principali esponenti dei Radicali e Lista Melchiorre. Praticamente zero lo spazio concesso agli altri pariti: su tutti le liste civiche, rinfondazione, sinistra e libertà. A zero invece lo spazio dedicato all'informazione e alla sensibilizzazione in merito al ruolo del parlamento europeo, della sua importanza strategica per la formulazione di leggi quadro fondamentali per il nostro e per gli altri paesi dell'Unione. Questo ha portato l'astensionismo a livelli molto alti anche se stranamente più bassi rispetto ad altri stati. Ciò di cui sopra invece ha portato ovviamente ad orientare i voti verso il pdl che comunque si riconferma per la sua politica maschia e populista, la prima scelta degli italiani. D'altra parte l'elettore di sinistra si trova in difficoltà per mancanza di leadership, di piani a lungo termine, di volti capaci di essere credibili. Fatale comunque l'errore di Sinistra e libertà e rifondazione di non presentarsi alle elezioni assieme ma come gruppi separati. Risultato? Mancato raggiungimento del quorum per entrambi. Non c'è stato comunque il plebiscito che si aspettava Berlusconi, e menomale, forse è stata una conseguenza positiva dell'astensionismo (Sicilia e Sardegna di solito bacino di voti di destra, praticamente non hanno votato: astensionismo al 50%, sempre per i motivi di cui sopra). Spiace vedere tutto questo astensionismo, spiace vedere che i media siano troppo impegnati in questioni scandalistiche rispetto ad impiegare lo spazio sulle loro pagine per informare la gente e renderla consapevole di temi importanti quali l'Europa. La colpa non è tutta loro ma di certo hanno grosse responsabilità.

venerdì 5 giugno 2009

The Speech 2

Quello a cui abbiamo assistito ieri è stato forse il punto ideologicamente più alto espresso da una personalità politica negli ultimi 30 anni. Anzi, forse da quel 1968 in cui ci lasciò Marthin Luther King. Abbiamo assistito ad un passo avanti importante fatto con uno stile, una memoria, diversi. Abbiamo visto mondi incontrarsi, ideologie farsi flusso di parole e abbracciarsi. Contrasti limarsi, squarci aprirsi, coscienze espandersi. 
Obama ha mostrato se stesso, i contrasti che da solo rappresenta, e si è fatto ideale, nazione, NAZIONI. Lo ha fatto ricordando il passato con finezze meravigliose come quella su Thomas Jefferson e sul corano che gelosamente custodiva nella sua libreria, ai tempi della fondazione degli USA. O come quella ideologica sul ruolo della donna che non è egualitario se si esprime attraverso l'apparire, ma solo se nella parola uguaglianza è compreso l'accesso paritario ad istruzione, diritti e doveri. Barack, crocevia di culture vivente, ha sublimato se stesso nell'essenza ideologica suprema che vede popoli e culture completarsi. Ha dimostrato di conoscere le altre culture, di volerci entrare, di possederne le basi. 
Che sia davvero un nuovo inizio o meno, Barack ha mostrato ieri, quanto grande può essere un uomo, quanto in alto può alzarsi il ragionamento, la comprensione umana. Lo ha fatto da americano, da kenyota, da uomo di fede, da cittadino del mondo. E' ora che gli altri leader mondiali non si limitino solo ad applaudirlo, ma inizino a fare proprie queste perle ideologiche. In un momento in cui la diversità, soprattutto in Italia, è additata come il male per una nazione, Barack ha dato la giusta risposta. Nemmeno il papà ci è mai riuscito in questo modo...
A buon intenditore...

giovedì 4 giugno 2009

The Speech

Il più gran passo avanti ideologico degli ultimi 20 anni.

mercoledì 3 giugno 2009

L'ora dell'estremo

Nella bolla di vuoto intellettuale che si è creata nella nostra politica, in un momento storico dove il dibattito tende a scomparire in favore di un plebiscito imposto dal pensiero mediatico, dove il contraddittorio si è tramutato in canzonatura e dove l'opposizione ha perso il senso di se, credo sia tempo in queste elezioni parlamentari europee di dare spazio a tutto ciò che in qualche modo potrebbe, almeno sulla carta, alzare il livello del dibattito, dello scontro se scontro deve essere. 
Credo che l'appiattimento delle ideologie che porta sinistra democratica ad aspirare ad un'immagine di destra (vedi PD nei confronti di PDL), il centro a ad essere centro e come tale poco utile alla causa, la destra ad essere sempre più estrema già di suo nel suo non essere nulla di concreto e credibile al di fuori del teleschermo e della influenza grazie ad esso esercitata, debba essere contrastato con voti che mirino a far superare il 4% a partiti nuovi o quantomeno a partiti in grado di porsi come radicali e decisi. Ancora: a personaggi politici che abbiano in se la forza intellettuale di controbattere, di comprendere il vuoto, di interpretarlo e di inserirvici in modo intelligente, non caciarone. Intellettuale. 
I partiti ci sono, piccoli, forse insignificanti, ma ci sono. Alcune personalità importanti come Valerio Evangelisti (scrittore ed intellettuale candidato per Rifondazione comunista) e Claudio Fava (giornalista, commissario di inchiesta sulle extraordinary rendition..., candidato per Sinistra e libertà) rispondono per vocazione e per passato militante a questo breve, personale, identikit del candidato verso cui far propendere il voto. Ognuno farà la propria scelta. Io personalmente credo sia ora di orientarla in maniera decisa verso una sinistra che per quanto debole, possa in qualche modo, piano piano, tornare ad acquisire credibilità di pensiero, ideologica prima che fattuale. E' ora di rompere quella bolla di cui sopra. Non succederà in queste elezioni, ma spero che almeno un piccolo seme si possa gettare lì, in quel parlamento Europeo che è destinato a giocare sempre più un ruolo fondamentale sulle nostre vite e che sarebbe un peccato lasciare in mano a grosse coalizioni mediatico/capitalistiche che già governano il nostro piccolo paese. Il bisogno di cambiare è estremo.