martedì 10 aprile 2012

Di rientro

Appena rientrato dal viaggio annuale negli States, più di altre volte mi chiedo quanto ci sia di vero e quanto ci sia finto in ciò che ho visto: dai rapporti sociali ai siti "storici", dalle dinamiche di gruppo all'integrazione, passando dal razzismo ai luoghi di aggregazione. E ancora campus, cibo, stadi, giardini, dialoghi. Ogni dettaglio sembra studiato ad arte per uno show di cui forse non comprendo pienamente le dimensioni, le proporzioni, i pesi. Di vero c'è che sono gli unici americani che abbiamo, per citare un noto americanofilo sportivo, e bisogna decidere in che misura prendere e in quale lasciare. Un immenso gioco in cui si confondono verità e finzione. In cui credo nessuno abbia ben capito ciò che è costruito e ciò che è veritiero. Tornerò sull'argomento. Luke

3 commenti:

  1. Non per nulla vi sono nati i capolavori di Phil Dick...

    M.

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  2. Già...e quelli di Lethem che con Dick condivide ben più di un tipo di straniazione.

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  3. Prima o poi ci aggregheremo anche noi, sappiatelo! ;P
    A presterrimo,
    Fury the bike.

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