mercoledì 17 febbraio 2010

La gestione della popolazione superflua - da Angela Davis. Parte 1

Inizio oggi, in seguito alla lettura di "Aboliamo le progioni? - contro il carcere, la discriminazione, la violenza del capitale" dell'attivista politica Angela Davis (Black panter negli anni '70 e oggi insegnante di storia della coscienza presso l'Università della California), la pubblicazione di alcune parti significative del libro che, ritengo, portano alla luce in maniera quanto mai lucida, molti problemi che affliggono la nostra società odierna, partendo dalla prospettiva razziale e sessista che segna molti ambiti della quotidianità nel nuovo scenario globale. "Oggi sembra che la gente si senta continuamente minacciata da un possibile crimine, una sensazione fomentata dai media. Questo senso di panico è costruito ad arte o ha un qualche fondamento? Certe psicosi si sono sempre verificate in condizioni particolari. Pensiamo ad esempio alla psicosi dello stupratore nero subito dopo l'abolizione della schiavitù. Il mito dello stupratore nero era (è) una componente chiave di una strategia ideologica volta a riformulare i problemi derivanti dalla necessità di gestire i neri appena affrancati. Analogamente, la psicosi della criminalità non è legata a un aumento materiale della delinquenza ma piuttosto al problema di gestire vasti settori della popolazione resi superflui dal sistema del capitalismo globale. Il nazionalismo richiede sempre un nemico, che sia interno o esterno alla nazione. Non è una novità. Le conseguenze concrete, ovviamente, sono orrende. Le persone di origine araba o mussulmana - o quelle che SEMBRANO arabe o mussulmane (qualunque cosa possa voler dire) - stanno soffrendo terribilmente negli USA e in Europa. L'occupazione statunitense dell'Iraq e dell'Afghanistan sta avendo conseguenze spaventose ed inimmaginabili."

mercoledì 3 febbraio 2010

Agricoltura impoverita e McItaly

Sarà l'ennesima deriva morale di questo governo, o saranno le mazzette che scorrono tra i banchi dei parlamentari partendo da i gruppi corporativi che controllano la nostra agricoltura, ma nessuna di queste giustificazioni può dare credito all'attività di sponsoring del nostro ministro all'agricoltura Zaia messa in atto nei confronti di McDonald. Non esiste che chi è preposto alla salvaguardia e alla salute del sistema agrario ed alimentare del paese se ne esca con un sodalizio con la multinazionale del cibo per eccellenza, ringraziandola per "la grande operazione culturale" (parole sue) messa in atto con la creazione del panino McItaly. Non esiste. Può dirlo l'amante delle salse drogate di Mac, ma non il ministro dell'agricoltura.
Il fatto è questo: McDonald creerà un fantomatico panino italiano (a che gusto?, qual'è il gusto degli italiani? Ne esiste uno ed univoco identificabile?) sfruttando solo ingredienti provenienti dalla nostra terra e commercializzandolo in diversi paesi esteri. Il ministro ringrazia e parla di operazione culturale e di movimentazione dell'economia agricola. Siamo certi che sia così? Siamo sicuri che gli agricoltori, i braccianti, abbiano bisogno di veder movimentata l'economia in questo modo? Le logiche di approvvigionamento della multinazionale non porteranno piuttosto ad una guerra di prezzo al ribasso e di abbassamento di costi e qualità delle materie prime? La risposta è solo una: SI. I fast food nascono con un obiettivo di business ben preciso che passa per la produzione di volumi di prodotto a basso costo, le logiche di efficienza sono il dictat numero 1, e i processi di approvvigionamento per ottenere le materie prime italiane non faranno eccezione. Carni, formaggi, lattughe e pomodori acquistati a prezzi irrisori, agricoltori costretti a mettersi in gara in un gioco al ribasso continuo, manodopera costretta a prostituirsi per pochi centesimi all'ora. I guadagni saranno solo dei vertici dei grossi gruppi in grado di vincere le gare d'appalto. Ciò che accade ora insomma, ma eccentuato all'ennesima potenza e sponsorizzato dal ministro all'agricoltura. E in nome di che? Della possibilità di esportare in tutto il mondo un gusto omologato e spacciato per italiano? Raccontatela a qualcun altro.

lunedì 1 febbraio 2010

Ciò che diventiamo

"Non è che ognuno nasca libero e uguale, come dice la Costituzione, ma ognuno viene fatto uguale. Ogni essere umano a immagine e somiglianza di ogni altro; dopo di che sono felici!
La nostra civiltà è così vasta che non possiamo permettere alle nostre minoranza di essere uno stato di turbamento e agitazione. Domandatelo anche tu: che cosa ci preme, in questo paese, avanti e soprattutto? Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Voglio un po' di felicità, dice la gente. Ebbene non l'hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro interrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? Per il piacere e i più svariati titillamenti? E tu non potrai negare che la nostra forma di civiltà non ne abbia in abbondanza, di titillamenti...
Se non vuoi un uomo infelice per motivi politici, non presentargli mai i due aspetti di un problema o lo tormenterai; dagliene uno solo; meglio ancora non porgliene nessuno. Fa che dimentichi che esiste una cosa come la guerra, imbottiscili di fatti al punto che non si possano più muovere tanto sono pieni, ma sicuri d'essere "veramente bene informati". Dopo di chè avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno!" Ray bradbury - Fahrenheit 451