mercoledì 13 maggio 2009

Sull'immigrazione - di Roberto Saviano

Vi invito a leggere le parole di Roberto Saviano e a ragionare su quello che sta accadendo in Italia in questi giorni. Se il nostro governo si ostina a farci credere che dobbiamo fermare le "invasioni barbariche" perchè è la cosa giusta da fare siamo proprio alla frutta. Saviano ci spiega il perchè non ricorrendo alla demagogia ma ai fatti, alle inchieste e alla conoscenza dello stato attuale della nostra socialità. L'articolo è apparso oggi su Repubblica. Ho evidenziato in chiusura le parti più salienti, quelle che esprimono senza troppi giri di parole il mio pensiero in questi giorni avvilenti. "Chi racconta che l'arrivo dei migranti sui barconi porta valanghe di criminali, chi racconta che incrementa violenza e degrado, sta dimenticando forse due episodi recentissimi ed estremamente significativi, che sono entrati nella storia della nostra Repubblica. Le due più importanti rivolte spontanee contro le mafie, in Italia, non sono partite da italiani ma da africani. In dieci anni è successo soltanto due volte che vi fossero, sull'onda dello sdegno e della fine della sopportazione, manifestazioni di piazza non organizzate da associazioni, sindacati, senza pullman e partiti. Manifestazioni spontanee. E sono stati africani a farle. Chi ha urlato: "Ora basta" ai capizona, ai clan, alle famiglie sono stati africani. A Castelvolturno, il 19 settembre 2008, dopo la strage a opera della camorra in cui vengono uccisi sei immigrati africani: Kwame Yulius Francis, Samuel Kwaku e Alaj Ababa, del Togo, Cristopher Adams e Alex Geemes della Liberia e Eric Yeboah del Ghana. Joseph Ayimbora, ghanese, viene ricoverato in condizioni gravi. Le vittime sono tutte giovanissime, il più anziano tra loro ha poco più di trent'anni, sale la rabbia e scoppia una rivolta davanti al luogo del massacro. La rivolta fa arrivare telecamere da ogni parte del mondo e le immagini che vengono trasmesse sono quelle di un intero popolo che ferma tutto per chiedere attenzione e giustizia. Nei sei mesi precedenti, la camorra aveva ucciso un numero impressionante di innocenti italiani. Il 16 maggio Domenico Noviello, un uomo che dieci anni fa aveva denunciato un'estorsione ma appena persa la scorta l'hanno massacrato. Ma nulla. Nessuna protesta. Nessuna rimostranza. Nessun italiano scende in strada. I pochi indignati, e tutti confinati sul piano locale, si sentono sempre più soli e senza forze. Ma questa solitudine finalmente si rompe quando, la mattina del 19, centinaia e centinaia di donne e uomini africani occupano le strade e gridano in faccia agli italiani la loro indignazione. Succedono incidenti. Ma la cosa straordinaria è che il giorno dopo, gli africani, si faranno carico loro stessi di riparare ai danni provocati. L'obiettivo era attirare attenzione e dire: "Non osate mai più". Contro poche persone si può ogni tipo di violenza, ma contro un intera popolazione schierata, no. E poi a Rosarno. In provincia di Reggio Calabria, uno dei tanti paesini del sud Italia a economia prevalentemente agricola che sembrano marchiati da un sottosviluppo cronico e le cui cosche, in questo caso le 'ndrine, fatturano cifre paragonabili al PIL del paese. La cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, come dimostra l'inchiesta del GOA della Guardia di Finanza del marzo 2004, aveva deciso di riciclare il danaro della coca nell'edilizia in Belgio, a Bruxelles, dove per la presenza delle attività del Parlamento Europeo le case stavano vertiginosamente aumentando di prezzo. La cosca riusciva a immettere circa trenta milioni di euro a settimana in acquisto di abitazioni in Belgio. L'egemonia sul territorio è totale, ma il 12 dicembre 2008, due lavoratori ivoriani vengono feriti, uno dei due in gravissime condizioni. La sera stessa, centinaia di stranieri - anche loro, come i ragazzi feriti, impiegati e sfruttati nei campi - si radunano per protestare. I politici intervengono, fanno promesse, ma da allora poco è cambiato. Inaspettatamente, però, il 14 di dicembre, ovvero a due soli giorni dall'aggressione, il colpevole viene arrestato e il movente risulta essere violenza a scopo estorsivo nei riguardi della comunità degli africani. La popolazione in piazza a Rosarno, contro la presenza della 'ndrangheta che domina come per diritto naturale, non era mai accaduto negli anni precedenti. Eppure, proprio in quel paese, una parte della società, storicamente, aveva sempre avuto il coraggio di resistere. Ne fu esempio Peppe Valarioti, che in piazza disse: "Non ci piegheremo", riferendosi al caso in cui avesse vinto le elezioni comunali. E quando accadde fu ucciso. Dopo di allora il silenzio è calato nelle strade calabresi. Nessuno si ribella. Solo gli africani lo fanno. E facendolo difendono la cittadinanza per tutti i calabresi, per tutti gli italiani. Difendono il diritto di lavorare e di vivere dignitosamente e difendono il diritto della terra. L'agricoltura era una risorsa fondamentale che i meccanismi mafiosi hanno lentamente disgregato facendola diventare ambito di speculazioni criminali. Gli africani che si sono rivoltati erano tutti venuti in Italia su barconi. E si sono ribellati tutti, clandestini e regolari. Perche da tutti le organizzazioni succhiano risorse, sangue, danaro. Sulla rivolta di Rosarno, in questi giorni, è uscito un libretto assai necessario da leggere con un titolo in cui credo molto. "Gli africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche l'Italia" di Antonello Mangano, edito da Terrelibere. La popolazione africana ha immesso nel tessuto quotidiano del sud Italia degli anticorpi fondamentali per fronteggiare la mafia, anticorpi che agli italiani sembrano mancare. Anticorpi che nascono dall'elementare desiderio di vivere. L'omertà non gli appartiene e neanche la percezione che tutto è sempre stato così e sempre lo sarà. La necessità di aprirsi nuovi spazi di vita non li costringe solo alla sopravvivenza ma anche alla difesa del diritto. E questo è l'inizio per ogni vera battaglia contro le cosche. Per il pubblico internazionale risulta davvero difficile spiegarsi questo generale senso di criminalizzazione verso i migranti. Fatto poi da un paese, l'Italia, che ha esportato mafia in ogni angolo della terra, le cui organizzazioni criminali hanno insegnato al mondo come strutturare organizzazioni militari e politiche mafiose. Che hanno fatto sviluppare il commercio della coca in Sudamerica con i loro investimenti, che hanno messo a punto, con le cinque famiglie mafiose italiane newyorkesi, una sorta di educazione mafiosa all'estero. Oggi, come le indagini dell'FBI e della DEA dimostrano, chiunque voglia fare attività economico-criminali a New York che siano kosovari o giamaicani, georgiani o indiani devono necessariamente mediare con le famiglie italiane, che hanno perso prestigio ma non rispetto. Altro esempio eclatante è Vito Roberto Palazzolo che ha colonizzato persino il Sudafrica rendendolo per anni un posto sicuro per latitanti, come le famiglie italiane sono riuscite a trasformare paesi dell'est in loro colonie d'investimento e come dimostra l'ultimo dossier di Legambiente le mafie italiane usano le sponde africane per intombare rifiuti tossici (in una sola operazione in Costa D'Avorio, dall'Europa, furono scaricati 851 tonnellate di rifiuti tossici). E questo paese dice che gli immigrati portano criminalità? Le mafie straniere in Italia ci sono e sono fortissime ma sono alleate di quelle italiane. Non esiste loro potere senza il consenso e la speculazione dei gruppi italiani. Basta leggere le inchieste per capire come arrivano i boss stranieri in Italia. Arrivano in aereo da Lagos o da Leopoli. Dalla Nigeria, dall'Ucraina dalla Bielorussia. Gestiscono flussi di danaro che spesso reinvestono negli sportelli Money Transfer. Le inchieste più importanti come quella denominata Linus e fatta dai pm Giovanni Conzo e Paolo Itri della Procura di Napoli sulla mafia nigeriana dimostrano che i narcos nigeriani non arrivano sui barconi ma per aereo. Persino i disperati che per pagarsi un viaggio e avere liquidità appena atterrano trasportano in pancia ovuli di coca. Anche loro non arrivano sui barconi. Mai. Quando si generalizza, si fa il favore delle mafie. Loro vivono di questa generalizzazione. Vogliono essere gli unici partner. Se tutti gli immigrati diventano criminali, le bande criminali riusciranno a sentirsi come i loro rappresentanti e non ci sarà documento o arrivo che non sia gestito da loro. La mafia ucraina monopolizza il mercato delle badanti e degli operai edili, i nigeriani della prostituzione e della distribuzione della coca, i bulgari dell'eroina, i furti di auto di romeni e moldavi. Ma questi sono una parte minuscola delle loro comunità e sono allevate dalla criminalità italiana. Nessuna di queste organizzazioni vivrebbe una sola ora senza l'alleanza con i gruppi italiani. Avere un atteggiamento di chiusura e criminalizzazione aiuta le organizzazioni mafiose perché si costringe ogni migrante a relazionarsi alle mafie se da loro soltanto dipendono i documenti, le abitazioni, persino gli annunci sui giornali e l'assistenza legale. E non si tratta di interpretare il ruolo delle "anime belle", come direbbe qualcuno, ma di analizzare come le mafie italiane sfruttino ogni debolezza delle comunità migranti. Meno queste vengono protette dallo Stato, più divengono a loro disposizione. Il paese in cui è bello riconoscersi - insegna Altiero Spinelli padre del pensiero europeo - è quello fatto di comportamenti non di monumenti. Io so che quella parte d'Italia che si è in questi anni comportata capendo e accogliendo, è quella parte che vede nei migranti nuove speranze e nuove forze per cambiare ciò che qui non siamo riusciti a mutare. L'Italia in cui è bello riconoscersi e che porta in se la memoria delle persecuzioni dei propri migranti e non permetterà che questo riaccada sulla propria terra.

12 commenti:

  1. Illuminanti le parole di Saviano che, come sempre, aprono gli occhi e sparano su ciò che la televisione ad oggi vende. Prima, triste quanto divertita mi sono trovata in una situazione da videodrome: alla televisione passava come sempre lo scontatissimo tg copia- incolla tg invariato da RAI a Mediaset. Per abitudine a tavola snobbo la televisione voltandole le spalle...DIAVOLO CHE SBAGLIO ENORME IL MIO TESTONE MEGA OSTACOLAVA LA VISTA DI UN episodio di cronaca..zingari..rumeni folli ed impazziti che vagano in cerca di sangue naturalmente..GENTILMENTE I MIEI GENITORI MI HANNO INVITATO A TOGLIERMI DALLE SCATOLE/PALLE/MARONI..
    Finchè siamo circondati di persone che non vogliono aprire gli occhi e la mente al ragionamento faremo il gioco dei grandi o piccoli uomini..dipende dai punti di vista.
    Lottiamo e sosteniamo chi si sbatte per dare voce a tutto questo come fai tu luca, ti stimo moltissimo.

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  2. Bellissimo articolo. Come dice Elena ti apre gli occhi, ma solo pochi riescono a farlo...portroppo.
    Fulvia

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  3. BEccatevi le dichiarazioni di Maroni in merito!!! MA si rende conto di quello che dice??

    Il ministro degli Interni Roberto Maroni ha commentato con soddisfazione la notizia alla trasmissione «Mattino 5» su Canale 5 (Mediaset).
    Una notizia dice Maroni che «può rappresentare una svolta nella lotta all'immigrazione clandestina: per la prima volta nella storia siamo riuscititi a rimandare direttamente in Libia i clandestini che abbiamo trovato in mare su tre barconi. Non è mai successo, finora dovevamo prenderli, identificarli, rimandarli nelle nazioni di origine. Per la prima volta la Libia ha accettato di prendere cittadini extracomunitari che non sono libici, ma che sono partiti dalle coste libiche… Mi pare che questo sia un risultato davvero storico, e mi auguro che prosegua così naturalmente questo comportamento leale della Libia nei confronti nostri, merito degli accordi che abbiamo fatto, e dell'intensa attività diplomatica che abbiamo fatto e nei prossimi giorni partirà quel famoso pattugliamento con le motovedette italiane, ma mi pare che oggi sia una giornata, a un anno esatto dalla nascita del governo Berlusconi nella quale possiamo dire che su questo tema, la lotta all'immigrazione clandestina, abbiamo realizzato esattamente quello che volevamo realizzare».

    Riporto per principio 2 punti cardine della nostra costituzione;
    ART. 10 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA: L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
    la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
    Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
    Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici
    ART. 54 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA: Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi.
    I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

    AMEN

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  4. Pazzesco........... -__-'

    Fulvia

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  5. ok non vi piace la polita esercitata dalla destra... ma non credo che potevate aspettarvi qualcosa di diverso visto che è la destra e che sta facendo esattamente quello che aveva proposto in campagna elettorale ai cittadini... cittadini che poi l'anno votata! ricordiamo alle elezioni votano tutti... non solo chi ritiene di avere l'intelligenza sufficiente per farlo... mi piacerebbe però cercare di capire quale sarebbe l'idea delle persone che non si identificano in questo governo per gestire il flusso di persone che sbarcano sulle noste coste. non è una critica... ma finora ho sentito solo critiche sull' operato di un governo che non li rappresenta, ma non ho ancora sinceramente capito quali sarebbero i loro propositi. ho cercato di non nominare la politica dei vari partiti che in questo momento annaspano a sinistra perchè mi sembra sinceramente ridicola e senza costrutto... volevo solo capire come i comporterebbero le persone che conosco e che anno un pensiero politico diverso dal mio....

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  6. partendo dal rispetto della costituzione

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  7. IMMIGRATI: DEPREZ SCRIVE A BARROT, RISPOSTE URGENTI SU RESPINGIMENTI ITALIA

    Bruxelles, 14 mag. - (Adnkronos/Aki) - Il presidente della commissione Liberta' pubbliche del Parlamento europeo, Gerard Deprez, ha inviato una lettera al commissario europeo per Giustizia, Liberta' e Sicurezza Jacques Barrot per chiedere informazioni "urgenti" circa la nuova politica italiana dei respingimenti verso la Libia. In particolare, si legge nella missiva, Deprez chiede quale sia "lo status giuridico, dal punto di vista del diritto internazionale e comunitario, delle persone intercettate dalle autorita' italiane", quale sia il "regime applicabile a tali persone e se e a quali condizioni degli eventuali richiedenti asilo possano essere rinviati verso un paese che non e' parte delle Convenzioni di Ginevra".


    secondo voi riceveranno una risposta sincera? se la riceveranno....

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  8. Secondo voi Maroni lo sà che la Libia non ha mai firmato il trattato di Ginevra? Abbastenza retorica credom come domanda...

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  9. a me sembra una domanda intelligente, visto che il trattato di ginevra (non so quanto volontariamente) non parla di emigrazione ma di feriti, malati, naufraghi,e personale medico delle forze armate in campagna. tra il resto maroni ha già detto che la libia pur non facendo parte della convenzione di ginevra, ha firmato e ratificato la convenzione dell'Unione Africana che impegna Tripoli a garantire protezione non solo ai perseguitati ma anche alle vittime di invasioni, guerre civili ed altri eventi di ben piu' ampia portata rispetto a quelli previsti dalla Convenzione di Ginevra.

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  10. Se è così bene. In ogni caso comunque non credo che il problema stia in possibili torture o maltrattamenti da parte della Libia. Mi sembra fuorviante come argomento proposto dalla UE.

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  11. ....guarda...che un dittatore libico possa dire che firmando la convenzione dell'Unione Africana Tripoli si impegna a garantire protezione mi sembra proprio una presa in giro visto che i vari servizi e inchieste hanno portato a galla le condizioni INUMANE dei profughi fatte da stupri e violenze condotti dalle forze armate libiche.

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  12. Ritiro quanto detto nel mio ultimo commento. Pure Berlusconi ha ammesso candidamente "beh in effetti in Libia si sfiorano situazioni da campo di concentramento"....mio dio

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