sabato 13 giugno 2009

E adesso?

Passate le elezioni  il nuovo Parlamento Europeo dovrà rendere noti i suoi propositi: politiche sociali, migratorie, alimentari, economiche, ambientali. Fino ad ora i partiti vincenti in diverse nazioni hanno puntato le proprie campagne elettorali su argomenti in grado di attrarre voti facili da parte della maggioranza, ora però si tratta di risolvere questioni in ballo da tempo e di capire che volto dovrà assumere questa nuova Unione in un momento politico di nazionalismo convinto, di rifiuto della condivisione o quanto meno di scetticismo verso il proprio vicino. Servono programmi.
Che succederà?
Niente di nuovo dal fronte occidentale.

3 commenti:

  1. Questa e' la mia opinione sull'attuale UE.
    Studiando la storia si capisce che l'aspirazione di questo continente era di diventare come gli Stati Uniti, ma mi colpisce che proprio l'UE abbia fallito nel suo compito di coltivare un sentimento europeo unito che dovrebbe gia' aver portato a dei frutti dopo 50 anni e che alla base dell’Unione Statunitense, un sentimento di appartenenza ad una comunita’.
    In Europa poca gente (vedi percentuali di afflussi alle urne) si sente parte di quest'unione e ne capisce la vera sostanza.
    In Inghilterra, dove Francesci, Inglesi, Italiani, Spagnoli, Portoghesi, Norvegesi, Tedeschi e altri si mischiano in un grande gruppo, c'e' voglia di stare assieme ma non c'e' alcun sentimento di parratenenza all’UE. Ognuno guarda al suo paese e spera che il SUO paese possa riuscire ad emergere da questa crisi, e non ha fiducia nei poteri che ha il Parlamento Europeo forse perche’ non si parla abbastanza di cosa faccia e che poteri abbia.
    Secondo me questa mancanza di fiducia non e' venuta a mancare solo adesso, ma sussiste gia' da molto tempo. Certo che adesso e’ ancora peggiore di prima.
    All'inizio molti hanno abbracciato l'idea di unione, perche' dipingeva un futuro roseo per i paesi che ne avrebbero fatto parte, vedi 'free movement of goods, persons, workers' ecc ecc. La gente ha avuto l'opportunita' di muoversi da un paese all'altro senza mostrare il passaporto, come viaggiasse da una regione all'altra dell'Italia, e ha avuto accesso a nuove culture molto facilmente. Questi sono stati gli aspetti positivi iniziali abbracciati da tutti piu o meno, ma che adesso ci si stanno ritorcendo contro (vedi Azienda Italiana che ha vinto un appalto in Inghilterra, e la protesta degli Inglesi, che da sempre sono euro-scettici).
    La crisi, la mancanza di lavoro, la voglia solo di pensare a se stessi e al proprio futuro ha alimentato questo euro-scetticismo. E la colpa se la deve prendere proprio il Parlamento e le varie istituzioni europee. Hanno fallito nell’educare i propri cittadini. Il volto che secondo me questa nuova unione deve assumere. E’ un volto piu umile e accessibile al popolo. L’influenza effettiva delle istituzioni europee sui governi dei propri paesi membri sembra solo figurativa ma non pratica. C’e il bisogno di sapere e di essere informati da parte di questi istituzioni.
    In parte rispecchia proprio il fallimento dei governi di sinistra che hanno fallito nel formare un’unione vera e propria trase stessi e infondere un sentimento di comunita’ o collettivita’.
    I programmi che servono sono tanti. Bisogna ri-donare fiducia ai cittadini europei e chiamarli come tali. Dopodiche, bisogna far capire che l’Europa puo apportare cambiamenti significativi ai propri stati membri, e che puo’ fare la differenza. Per esempio se Barroso esprimesse anche solo un’opinione verso cio che sta succedendo in Italia sarebbe fantastico. Fondamentalmente gli Italiano stanno vivendo sotto una dittatura. Berlusconi e’ il capo dei media, della mafia e della malavita. Uno che a cosi tanti capi d’accusa su la sua testa non dovrebbe governare un paese come l’Italia. Ma se ne stanno tutti zitti. Qui in Inghilterra se solo spendi £750 per taxi in un anno (che e’ davvero poco) te ne devi andare dal Parlamento, ma in Italia no. Allora mi chiedo, se siamo I uniti perche’ gli stessi principi non valgono anche in Italia?
    Anche io nonstante dentro di me abracci fortemente questa voglia di Unione, sto diventando scettica sulla sua figura. Forse non ci sara’ mai un’unione come negli Stati Uniti. Gli stati europei sono troppo individualisti tra loro. Ci sono troppe differenze culturali, e questo e’ emerso sin dagli anni 70 dal famoso NO di Jacques Chirac.
    L’Unione Europea sembra piu difficile da costruire che da immaginare e se davvero la si vuole, bisogna alimentare quest’immaginazione in tal modo da far vedere che serve a qualcosa, adesso piu che mai.
    Ma non so mica se mi son spiegata….;-(

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  2. secondo me basta solo dare un po di tempo a questa unione europea.
    io, che non sono proprio vechio bacucco, ricordo quando in quarta superiore vedemmo in diretta tv la caduta del muro di berlino...
    ricordo gorbaciov e la perestrojca...
    ricordo molto bene quando per andare nella vicina jugolavia serviva il passaporto e un motivo per sconfinare...
    era solo vent'anni fa che non si poteva sapere quello che succede in russia, o in polonia... era poco più di vent'anni fa che se un tedeco dell' est provava ad entrare nella germania dell' ovest gli sparavano dietro...
    e di questi esempi potrei riempire i fogli...
    guardate che per capire quanto eravamo distanti basta che vi chiediate non cosa ha fatto ma solo chi era il leeder politico in urss prima di gorbaciov... ecco adesso capite quanto eravamo lontani vent' anni fa da questi paesi.
    quindi visti gli enormi cambiamenti avventi in questo breve lasso di tempo (una generazione), direi che possiamo essere soddisfatti.
    E' chiaro che non siamo ancora perfetti, ma diamoci il tempo per continuare il cambiamento... gli americani per arrivarci ci hanno messo molti più anni, qualche guerra, e non avevano il bagaglio storico che abbiamo noi...

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  3. Sono anch'io fiducioso purchè in parlamento inizino ad entrare politici veri e non gli scarti dei governi come è stato fino ad ora. Poi è anche una questione di diritto comunitario e del suo rapporto con i diritti nazionali. Se verrà dato il giusto peso giuridico a certe direttive e gli stati creeranno una regolamentazione di accettazione delle stesse, le cose cambieranno in fretta.

    Il concetto di Europa è buono soprattutto se si parte dalle differenze storico/polito/sociali degli stati che la compongono, per trovare un terreno di discussione comune. Mai come oggi se ne sente la necessità.

    In questo senso sono scettico proprio per i crescenti moti nazionalistici che sono in contrapposizione proprio a questo concetto.

    Vedremo che ne sarà.

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