Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto di vastità, scavando il fosse, usando il confine tra sogno e bisogno (l'incubo è confonderli!). Così tra tellurico ed onirico, in uno spazio agli antipodi, in un limbo dell'imparadiso ho avuto un sentore: URGE. - Alessandro Bergonzoni 2011 -
venerdì 29 maggio 2009
Politica pattume
Disgustato dal ciarpame politico di questi giorni, da un premier lodato per la sua virilità da una parte e schernito anzichè ignorato dall'altra, sono andato più a fondo rispetto a quanto proposto dalla caccia al gossip di questi giorni e queste sono 2 notizie che mi hanno lasicato ancora una volta con l'amaro in bocca:
- Letizia Moratti e PDL decidono di abolire la commissione antimafia che avrebbe dovuto controllare gli appalti e i milioni di euro che verranno investiti nell’Expo del 2015. Come dire, un favore in periodo elettorale a qualche amico di "famigghia".
- Berlusconi ha dichiarato che le centrali nucleari saranno aperte a costo di dover far intervenire l'esercito per sedare gli scontati moti di rivolta che stanno già nascendo (scontati è una parola pronunciata proprio dal premier).
Politica della forza, politica maschia, politica di un paese caciarone e che grazie a Silvio Berlusconi sta tirando fuori il peggio di se stesso. "La politica delle barzellette, delle pacche sul culo, della battuta pronta, popolare, e del machismo ostentato". Dario Fo' lo dice molto lucidamente. Noi che facciamo?
sabato 23 maggio 2009
La legge sono io
Le prove ci sono, le inchieste sono aperte da un paio d'anni (Si Sig. Dalema, da prima del lodo Alfano), se ne era letto su piccoli trafiletti quasi insignificanti più di 2 mesi fa, i giriconti sono stati tutti sgamati ma c'è una persona che sarà immune a tutto questo e avrà ancora degli inspiegabile sostenitori tra le sue fila: signori e signori: Silvio Berlusconi.
Il fatto credo sia noto a tutti: David Mills, avvocato inglese di Berlusconi viene condannato dal tribunale inglese per aver intascato dal suo cliente, Mr B. come lo chiama lo stesso avvocato nello scambio epistolare con il proprio commercialista, la somma di 600.000 dollari per non fare il nome del Cavaliere in altri processi, tra cui quello sulle quote televisive in telepiù e sulle frequenze televisive dell'allora Fininvest. Sorpresa: ci sono pure le prove. Dall'Italia parte la somma di cui sopra nel 1999, viene girata su un conto in Svizzera, poi viene accreditata su un conto sconosciuto in Gibilterra, quindi investita in un hedge fund alle isole vergini salvo essere prelevati e re-investiti in un altro fondo a New York. Da qui nel 2004, la somma si deposita nelle dorate tasche dell'avvocato che quindi chiarisce via lettera l'origine della somma con il suo commercialista. Nero su bianco. Berlusconi e le sue società accusate per la 14esima volta dal 1993. Apriti cielo, Silvio nega tutto ed accusa la magistratura Italiana che non c'entra proprio nulla...la sentenza arriva dall'Inghilterra! Nessun complotto questa volta! E allora che succede ora? Nulla. Il premier ben conscio delle indagini su Mills che ormai andavano avanti dal 2004, ha fatto approvare ormai un anno fa lo scandaloso Lodo Alfano (a 2 mesi da aver ricevuto la carica di Premier, in barba alle urgenze che il paese aveva in quel momento) che prevede l'immunità per lui e per le altre 2 cariche dello stato più importanti (Presidente della camera e della Repubblica). Di fatto è ora intoccabile. Di fatto il suo avvocato, il corrotto, sconterà la sua pena o comunque in qualche modo pagherà (a meno che non abbia buoni avvocati....ironia), il CORRUTTORE no. non pagherà.
Ora prima di tutto la sinistra mi dovrebbe spiegare, dovrebbe inginocchiarsi per farlo, perchè non ha impedito a questa legge di entrare in vigore. Poi alcuni di loro, vedi D'Alema, dovrebbero mettermi per iscritto perchè non hanno nemmeno votato contro all'immunità quando ne avevano la possibilità. Poi dovrebbero in qualche modo arrampicarsi sugli specchi e tentare di spiegare a me ed agli italiani, come mai vista la minaccia del Cavaliere con i suoi conflitti d'interesse ed i suoi precedenti, non hanno fatto nulla per impedire appunto il conflitto d'interesse in prima battuta, e poi che possa essere applicata la prescrizione a reati di questo tipo. Berlusconi in 14 reati documentati è stato prescritto 5 volte, altre 5 assolto, altre 2 protetto dal lodo alfano. Pure questa volta, ,lodo alfano o no, il reato andrà in prescrizione perchè per l'accusa i tempi di preparare l'offensiva sono stringentissimi ed il reato si prescriverà ad aprile 2010. Ah, tornando al reato: Mills chiamato a testimoniare in un primo momento confessa tutto (2 mesi fa, usci la notizia su Internazionale), poi ritratta e non nomina più Berlusconi adducendo a scuse risibili visto che i motivi per mentire ci sono ora ma non c'erano in quella lettera iniziale. E infatti giustamente i giudici inglesi hanno tenuto buona la prima deposizione. Ma nel frattempo che succede in Italia? Negli USA Nixon si dimise per molto meno in fin dei conti. Qui i media ne hanno fatto una questione di posizione. "Berlusconi nega il suo coinvolgimento", "La sinistra dichiara: si faccia processare e si spieghi in parlamento". Si ma e i fatti? Il reato sussiste, non si dovrebbe presentare come opinabile. Non lo è. I lettori e soprattutto gli spettatori allora invece di riflettere sull'accaduto, sul fatto, sull'inquisitoria, si schierano a seconda dei propri schieramenti politici, da un parte piuttosto che dall'altra. L'ennesima frode nei confronti del popolo rimarrà impunita, il popolo se ne scorderà, anzi ci sarà pure chi lo loderà per averla fatta franca. E così Berlusconi non avrà corrotto solo Mills, ma tutti gli italiani.
Già che ci sono riporto qui tutti i reati di cui Berlusconi è stato indagato e processato senza mai scontare alcuna pena (fonte: Repubblica). Nel leggerli ricordatevi quanto ve lo sta mettendo nel culo.
1993 - Vicenda All Iberian - finanziamento illecito ai partiti - prescritto
1994 - Tangenti alla guardia di finanza - corruzione - assolto
1994 - Compravendita del calciatore Lentini - falso in bilancio - prescritto
1995 - Acquisto di MEDUSA FILM - falso in bilancio - assolto
1995 - Acquisto di un area adiacente a Macherio - frode fiscale - assolto
1997 - telecinco - frode fiscale - assolto
1998 - attentati di mafia - concorso in strage - archiviazione!!!!!
1998 - Sme - corruzione in atti giudiziari - prescritto
1999 - All Iberian - falso in bilancio - assolto perchè il fatto non è più reato (legge Berlusconi)
1999 - Lodo Mondadori - corruzione in atti giudiziari - prescritto
2003- FININVEST -frode fiscale - prescritto
2004 - Mediaset - falso in bilancio e approprazione indebita - sospeso per Lodo Alfano
2004 - Mills - corruzione - sospeso per Lodo Alfano
2007 - diritti cinematografici - appropriazione indebita - indagine in corso.
Conoscete altri che sono stati assolti o prescritti così tante volte? Se si vediamo di dargli il posto che gli spetta in parlamento. Non è una questione di DESTRA o SINISTRA. Sono fatti.
mercoledì 20 maggio 2009
L'Europa e la Birmania
Da circa una settimana in Birmania la situazione politico/sociale ha subito l'ennesimo tracollo. Il regime militare che attualmente la governa, sostenuto dalla compagnia petrolifera multinazionale TOTAL (come ben documenta il libro di Cecilia Brighi "il pavone e i generali") ha incarcerato Aung San Suu Kyi, leader della fazione democratica e unica reale legittima governate del Paese dato che nel 1990 stra-vinse le elezioni "democratiche" salvo essere deposta immediatamente dall'esercito con un illegittimo colpo di stato che ha dato inizio all'attuale dittatura. Aung, già premio nobel per la pace, è rea di aver violato gli arresti domiciliari e di aver ospitato uno straniero in casa sua, fatto giudicato inverosimile soprattutto a pochi giorni da un fittizio voto popolare concesso dal regime per "legittimare" ulteriormente il governo in essere.
Il fatto è di per se poco chiaro e probabilmente appunto viziato da interessi politici, dato che tra un paio di settimane gli arresti domiciliari della leader democratica si sarebbero infatti esauriti come per normale decorso della pena, e la sua popolarità è ancora ovviamente altissima.
Ciò che ha fatto scalpore e che mi ha spinto a riflettere ulteriormente sulla faccenda, è chiaramente la reazione dei leader Europei che hanno risposto all'isolamento di Aung, paventando la possibilità di boicottare ed isolare del tutto un paese già abbandonato a se stesso ed al controllo delle multinazionali ormai da più di 25 anni.
Ciò che vuole il regime infatti è proprio l'isolazionismo, sul quale ha fatto leva per tutto il tempo di cui sopra al fine di celare per mancanza di informazioni stragi come quella dei monaci buddisti nel 2007, o ancora di impedire l'arrivo degli aiuti internazionali nel corso del terremoto di qualche anno fa, che provocò oltre 140.000 morti. E' poi la strategia analoga adottata da Castro a Cuba, non a caso regime militare totalitario pure questo.
Isolare ulteriormente la Birmania quindi non può che far male al popolo, oltre ad essere la strategia perseguita dallo stesso regime militare appunto. Esiste inoltre da alcuni anni un embargo a livello europeo sui prodotti provenienti dalla Birmania che non ha però impedito alla compagnia petrolifera TOTAL appunto, di continuare i propri affari con i gerarchi militari, i quali concedono l'accesso a pozzi ed a condotti petroliferi in cambio di denaro, costringendo con la forza donne e bambini a lavorare in regime di schiavitù negli stessi pozzi. Soldi che vengono utilizzati poi dal regime per acquistare armi sempre più sofisticate solitamente dal governo Indiano, il quale a sua volta ottiene i propri prodotti bellici grazie all'acquisto di componenti francesi, italiane e inglesi. E tutto questo è rimasto sempre al di fuori delle cronache. L'occidente inteso qui come opinione pubblica, non vuole vedere come spesso accade, ma in questo caso non potrebbe nemmeno, vista la decisione di isolare appunto il paese, di lasciarlo al suo destino. Decisione che ha portato appunto a tutto quello di cui sopra. Quindi perchè ostinarsi con questo atteggiamento di chiusura? Il popolo birmano ha bisogno se mai di apertura, di poter far sapere, di fare circolare informazioni. Ma l'Europa chiude ed intanto permette a Cina, Russia ed India d'importare gas e legname birmano grazie a qualche concessione di stampo mafioso. Tutto questo accade in Birmania, ma non ne sappiamo nulla, e a quanto pare non sarà certo la CE che ci aiuterà a scoprire qualcosa.
martedì 19 maggio 2009
Bush "assolto"
Senza troppo clamore ieri la Corte Suprema degli Stati Uniti d'America ha ribaltato una sentenza dello stato di New York che rendeva perseguibili George Bush ed il vertice dell'FBI per i crimini di guerra commessi contro i prigionieri trattenuti nelle basi di Guantanamo Bay e Abhu Graib, nonchè per le pratiche di tortura avvallate come il "water boarding" e la privazione del sonno agli stessi prigionieri. Con 5 voti contro 4, la possibilità di perseguire gli imputati cade e quindi Bush e soci si ritrovano ora senza capi d'accusa. Il che lasciatemelo dire, è una sentenza criminosa di per se stessa.
domenica 17 maggio 2009
Tempo di propaganda
Lo spot che state per vedere è attualmente in onda su Italia 1...
Mi sembra abbastanza incommentabile...spot politico e spot aziendale si incrociano...
mercoledì 13 maggio 2009
Sull'immigrazione - di Roberto Saviano
Vi invito a leggere le parole di Roberto Saviano e a ragionare su quello che sta accadendo in Italia in questi giorni. Se il nostro governo si ostina a farci credere che dobbiamo fermare le "invasioni barbariche" perchè è la cosa giusta da fare siamo proprio alla frutta. Saviano ci spiega il perchè non ricorrendo alla demagogia ma ai fatti, alle inchieste e alla conoscenza dello stato attuale della nostra socialità. L'articolo è apparso oggi su Repubblica. Ho evidenziato in chiusura le parti più salienti, quelle che esprimono senza troppi giri di parole il mio pensiero in questi giorni avvilenti. "Chi racconta che l'arrivo dei migranti sui barconi porta valanghe di criminali, chi racconta che incrementa violenza e degrado, sta dimenticando forse due episodi recentissimi ed estremamente significativi, che sono entrati nella storia della nostra Repubblica. Le due più importanti rivolte spontanee contro le mafie, in Italia, non sono partite da italiani ma da africani. In dieci anni è successo soltanto due volte che vi fossero, sull'onda dello sdegno e della fine della sopportazione, manifestazioni di piazza non organizzate da associazioni, sindacati, senza pullman e partiti. Manifestazioni spontanee. E sono stati africani a farle. Chi ha urlato: "Ora basta" ai capizona, ai clan, alle famiglie sono stati africani. A Castelvolturno, il 19 settembre 2008, dopo la strage a opera della camorra in cui vengono uccisi sei immigrati africani: Kwame Yulius Francis, Samuel Kwaku e Alaj Ababa, del Togo, Cristopher Adams e Alex Geemes della Liberia e Eric Yeboah del Ghana. Joseph Ayimbora, ghanese, viene ricoverato in condizioni gravi. Le vittime sono tutte giovanissime, il più anziano tra loro ha poco più di trent'anni, sale la rabbia e scoppia una rivolta davanti al luogo del massacro. La rivolta fa arrivare telecamere da ogni parte del mondo e le immagini che vengono trasmesse sono quelle di un intero popolo che ferma tutto per chiedere attenzione e giustizia. Nei sei mesi precedenti, la camorra aveva ucciso un numero impressionante di innocenti italiani. Il 16 maggio Domenico Noviello, un uomo che dieci anni fa aveva denunciato un'estorsione ma appena persa la scorta l'hanno massacrato. Ma nulla. Nessuna protesta. Nessuna rimostranza. Nessun italiano scende in strada. I pochi indignati, e tutti confinati sul piano locale, si sentono sempre più soli e senza forze. Ma questa solitudine finalmente si rompe quando, la mattina del 19, centinaia e centinaia di donne e uomini africani occupano le strade e gridano in faccia agli italiani la loro indignazione. Succedono incidenti. Ma la cosa straordinaria è che il giorno dopo, gli africani, si faranno carico loro stessi di riparare ai danni provocati. L'obiettivo era attirare attenzione e dire: "Non osate mai più". Contro poche persone si può ogni tipo di violenza, ma contro un intera popolazione schierata, no. E poi a Rosarno. In provincia di Reggio Calabria, uno dei tanti paesini del sud Italia a economia prevalentemente agricola che sembrano marchiati da un sottosviluppo cronico e le cui cosche, in questo caso le 'ndrine, fatturano cifre paragonabili al PIL del paese. La cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, come dimostra l'inchiesta del GOA della Guardia di Finanza del marzo 2004, aveva deciso di riciclare il danaro della coca nell'edilizia in Belgio, a Bruxelles, dove per la presenza delle attività del Parlamento Europeo le case stavano vertiginosamente aumentando di prezzo. La cosca riusciva a immettere circa trenta milioni di euro a settimana in acquisto di abitazioni in Belgio. L'egemonia sul territorio è totale, ma il 12 dicembre 2008, due lavoratori ivoriani vengono feriti, uno dei due in gravissime condizioni. La sera stessa, centinaia di stranieri - anche loro, come i ragazzi feriti, impiegati e sfruttati nei campi - si radunano per protestare. I politici intervengono, fanno promesse, ma da allora poco è cambiato. Inaspettatamente, però, il 14 di dicembre, ovvero a due soli giorni dall'aggressione, il colpevole viene arrestato e il movente risulta essere violenza a scopo estorsivo nei riguardi della comunità degli africani. La popolazione in piazza a Rosarno, contro la presenza della 'ndrangheta che domina come per diritto naturale, non era mai accaduto negli anni precedenti. Eppure, proprio in quel paese, una parte della società, storicamente, aveva sempre avuto il coraggio di resistere. Ne fu esempio Peppe Valarioti, che in piazza disse: "Non ci piegheremo", riferendosi al caso in cui avesse vinto le elezioni comunali. E quando accadde fu ucciso. Dopo di allora il silenzio è calato nelle strade calabresi. Nessuno si ribella. Solo gli africani lo fanno. E facendolo difendono la cittadinanza per tutti i calabresi, per tutti gli italiani. Difendono il diritto di lavorare e di vivere dignitosamente e difendono il diritto della terra. L'agricoltura era una risorsa fondamentale che i meccanismi mafiosi hanno lentamente disgregato facendola diventare ambito di speculazioni criminali. Gli africani che si sono rivoltati erano tutti venuti in Italia su barconi. E si sono ribellati tutti, clandestini e regolari. Perche da tutti le organizzazioni succhiano risorse, sangue, danaro. Sulla rivolta di Rosarno, in questi giorni, è uscito un libretto assai necessario da leggere con un titolo in cui credo molto. "Gli africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche l'Italia" di Antonello Mangano, edito da Terrelibere. La popolazione africana ha immesso nel tessuto quotidiano del sud Italia degli anticorpi fondamentali per fronteggiare la mafia, anticorpi che agli italiani sembrano mancare. Anticorpi che nascono dall'elementare desiderio di vivere. L'omertà non gli appartiene e neanche la percezione che tutto è sempre stato così e sempre lo sarà. La necessità di aprirsi nuovi spazi di vita non li costringe solo alla sopravvivenza ma anche alla difesa del diritto. E questo è l'inizio per ogni vera battaglia contro le cosche. Per il pubblico internazionale risulta davvero difficile spiegarsi questo generale senso di criminalizzazione verso i migranti. Fatto poi da un paese, l'Italia, che ha esportato mafia in ogni angolo della terra, le cui organizzazioni criminali hanno insegnato al mondo come strutturare organizzazioni militari e politiche mafiose. Che hanno fatto sviluppare il commercio della coca in Sudamerica con i loro investimenti, che hanno messo a punto, con le cinque famiglie mafiose italiane newyorkesi, una sorta di educazione mafiosa all'estero. Oggi, come le indagini dell'FBI e della DEA dimostrano, chiunque voglia fare attività economico-criminali a New York che siano kosovari o giamaicani, georgiani o indiani devono necessariamente mediare con le famiglie italiane, che hanno perso prestigio ma non rispetto. Altro esempio eclatante è Vito Roberto Palazzolo che ha colonizzato persino il Sudafrica rendendolo per anni un posto sicuro per latitanti, come le famiglie italiane sono riuscite a trasformare paesi dell'est in loro colonie d'investimento e come dimostra l'ultimo dossier di Legambiente le mafie italiane usano le sponde africane per intombare rifiuti tossici (in una sola operazione in Costa D'Avorio, dall'Europa, furono scaricati 851 tonnellate di rifiuti tossici). E questo paese dice che gli immigrati portano criminalità? Le mafie straniere in Italia ci sono e sono fortissime ma sono alleate di quelle italiane. Non esiste loro potere senza il consenso e la speculazione dei gruppi italiani. Basta leggere le inchieste per capire come arrivano i boss stranieri in Italia. Arrivano in aereo da Lagos o da Leopoli. Dalla Nigeria, dall'Ucraina dalla Bielorussia. Gestiscono flussi di danaro che spesso reinvestono negli sportelli Money Transfer. Le inchieste più importanti come quella denominata Linus e fatta dai pm Giovanni Conzo e Paolo Itri della Procura di Napoli sulla mafia nigeriana dimostrano che i narcos nigeriani non arrivano sui barconi ma per aereo. Persino i disperati che per pagarsi un viaggio e avere liquidità appena atterrano trasportano in pancia ovuli di coca. Anche loro non arrivano sui barconi. Mai. Quando si generalizza, si fa il favore delle mafie. Loro vivono di questa generalizzazione. Vogliono essere gli unici partner. Se tutti gli immigrati diventano criminali, le bande criminali riusciranno a sentirsi come i loro rappresentanti e non ci sarà documento o arrivo che non sia gestito da loro. La mafia ucraina monopolizza il mercato delle badanti e degli operai edili, i nigeriani della prostituzione e della distribuzione della coca, i bulgari dell'eroina, i furti di auto di romeni e moldavi. Ma questi sono una parte minuscola delle loro comunità e sono allevate dalla criminalità italiana. Nessuna di queste organizzazioni vivrebbe una sola ora senza l'alleanza con i gruppi italiani. Avere un atteggiamento di chiusura e criminalizzazione aiuta le organizzazioni mafiose perché si costringe ogni migrante a relazionarsi alle mafie se da loro soltanto dipendono i documenti, le abitazioni, persino gli annunci sui giornali e l'assistenza legale. E non si tratta di interpretare il ruolo delle "anime belle", come direbbe qualcuno, ma di analizzare come le mafie italiane sfruttino ogni debolezza delle comunità migranti. Meno queste vengono protette dallo Stato, più divengono a loro disposizione. Il paese in cui è bello riconoscersi - insegna Altiero Spinelli padre del pensiero europeo - è quello fatto di comportamenti non di monumenti. Io so che quella parte d'Italia che si è in questi anni comportata capendo e accogliendo, è quella parte che vede nei migranti nuove speranze e nuove forze per cambiare ciò che qui non siamo riusciti a mutare. L'Italia in cui è bello riconoscersi e che porta in se la memoria delle persecuzioni dei propri migranti e non permetterà che questo riaccada sulla propria terra.
lunedì 11 maggio 2009
Sull'impegno dello scrittore: Antonio Moresco
Mi muovo eppur son fermo
Per diletto e per lavoro negli ultimi giorni sono stato lontano da casa, da abitudini consolidate, da routine sedimentate. Ho staccato per un po' da tv e quotidiani restando a contatto solo con quello che considero l'unico vero mezzo di informazione attuale, ovvero la rete con i suoi blog e le sue notizie dal basso. Ma come sempre è arrivato il momento del rientro, dello sprofondare in poltrona per consultare il quotidiano, rito al tempo stesso amato perchè di per se stesso significativo ed odiato perchè troppe volte insoddisfacente. E' così che sono piombato, ritornato, alla dura realtà di un paese che mi rappresenta sempre meno, di un governo che mi smonta giornalmente pezzo per pezzo per ricompormi più incazzato. Francamente non vedo come sia possibile che si dedichino pagine e programmi televisivi interi (porta porta di un paio di settimane fa), al divorzio del premier e non lo si lapidi letteralmente per il suo sostegno incondizionato alle politiche criminose e deprecabili sull'immigrazione.
Non lo accetto. Non lo sopporto. C'è ancora chi fa giornalismo? E soprattutto c'è ancora una sinistra o è morta e con lei tutto il suo retaggio come sosteneva lucidamente un bell'articolo di "The Guardian" pubblicato da Internazionale della settimana scorsa? Come può il popolo non parlare nemmeno delle politiche razziste in atto, delle posizioni fasciste del nostro governo?
Può veramente la multi-etnicità essere considerata un male e non un valore? Può veramente dirlo nel 2009 il nostro governo? Dopo Rosa Parks, dopo Obama persino???? Può nascere una proposta vagliata attentamente dalla Lega, di segregare i migranti sul metrò milanese? Può un paese non rendersi conto che la propria ricchezza viene da quegli sguardi di tanti colori, dall'apporto di ognuno, dalla contaminazione tra razze che sono originate da un'unica grande razza? La risposta è NO. Non può. Ci si deve accanire contro posizioni del genere. Ci si deve incazzare. E' lecito. E' umano. O lo è forse trasformare i medici in SPIA, rinchiudere 6 mesi un migrante in centri di detenzione definiti CEI, o ancora non condannare chi anche solo si permette al giorno d'oggi di presentare una proposta per la segregazione sulle metropolitane? NO. Non è umano. Non è l'Italia che vogliamo. Parliamone però, non mettiamo la testa sotto la sabbia.
lunedì 4 maggio 2009
Berlino città aperta
Realizzi che sei in un luogo altro, forse in un mondo altro, quando scendendo dall'aereo non devi nemmeno fermarti per capire quale sia la direzione verso il terminal dell'aereoporto. Tutto è segnalato in modo chiaro ed intuitivo. Capisci che a fianco dell'Italia, anzi a kilometri ideologici di distanza, esiste una possibilità concreta di guardare alle problematiche attuali come inquinamento, eco-sostenibilità, socialità, integrazione, dopo pochi giorni di vita nella city. Perchè ci sono segnali che puoi cogliere con estrema facilità anche restando solo 4/5 giorni in una delle città più belle d'Europa.
La vivibilità è un vero e proprio credo, non una chimera inseguita senza troppa convinzione a suon di decreti legge, regolamentazioni pressapochiste e qualunquismo. L'ordine non è vissuto come ostacolo alle proprie libertà ma come strumentale ad una socialità e ad una vivibilità appunto, necessarie per una vita serena. Cosa effettivamente difficile da capire per un italiano, mediamente.
Colpisce questo di Berlino in prima battuta. Più dei siti storici che pure sorgono in ogni dove su una superficie metropolitana sterminata. Più delle serate drum&bass in locali ricavati in vecchi bunker del regime o hangar della Luftvaffe.
Sono scene, episodi di "microvita" che caratterizzano un viaggio, la città visitata, le persone incontrate. E' il fatto di poter girare una città con una bici a nolo in totale sicurezza perchè è concepita per l'utilizzo massiccio delle biciclette anzichè delle macchine. E' il fatto di trovare nei supermercati solo sportine in fibra di canapa anzichè le ambientalmente contundenti buste in plastica. E ancora è l'esistenza di quartieri periferici dedicati agli immigrati dove il termine ghetto perde di significato, anzi non lo acquista mai perchè per loro sono disponibili piccoli bungalof con giardino ordinati e ben tenuti. Sono gli orti comunali (Pretzlauerberg nord e Charlottesburg nord) che vengono messi a disposizione dal comune a tutti coloro che ne fanno richiesta (entro i tempi prestabiliti, perchè il tempo è un elemento importante) e che altrimenti non avrebbero la possibilità di tenerne uno, perchè abitano in centro al quinto piano di un palazzo. E sono anche i quartieri (Friedrichschain e Pretzlauerberg) che sembrano auto-gestiti da gruppi di giovani per quanto sono vivi, freschi, contemporanei e pieni di vita. E' questo che colpisce di Berlino, una città che ricorda il proprio passato e contemporaneamente riparte verso il futuro ad ogni angolo. Tra un palazzo rimasto in piedi dai tempi degli Hoenzoheller e un monumento del Reich, un edificio ipermoderno voluto dalla sony e uno spiazzo ancora in costruzione, riempito nell'attesa da murales legali. Berlino è sinonimo di apertura, di contaminazione. Forse più di Londra, che è nostalgica infondo, forse più di Amsterdam che è fin troppo libertina e spregiudicata. O forse non lo è e lo fa solo percepire. Ma è una percezione piacevole, che mette gioia di vivere, di fare, di condividere, di aprirsi. Di certo è quanto più distante da noi, dalla nostra realtà immutabile e appesantita. Dalle nostre potenzialità destinate a non esprimersi mai, dai nostri colori che conoscono purtroppo poche sfumature.
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