lunedì 21 dicembre 2009

il gioco della morte

Uomo: + emissioni di CO2 = + guadagni
Madre Natura: + emissioni = morte del pianeta
Uomo: per ora preferiamo i guadagni
Madre Natura: ...
Copenaghen 12/09

domenica 20 dicembre 2009

Giornalismo partecipativo

Segnalo il libro di Gennaro Carotenuto, GIORNALISMO PARTECIPATIVO. Lettura caldamente consigliata. "Gennaro Carotenuto, Giornalismo partecipativo. Storia critica dell’informazione al tempo di Internet, Modena, Nuovi Mondi, 2009, pp. 351. prezzo speciale di 10.20 Euro. Il conformismo, la sciatteria, la sudditanza culturale, il servilismo e il carrierismo sono i primi motori di omologazione dei media tradizionali. Una speranza viene da Internet. Nella nebulosa informativa, i “media personali di comunicazione di massa”, dove milioni di liberi cittadini possono dire la propria, libertà di stampa vuol dire biodiversità informativa e giornalismo come bene comune. Secoli prima che la nostra Costituzione garantisse il “diritto di stampa”, nella Venezia di fine Quattrocento era già stato codificato il “privilegio di stampa”. Ancora oggi l’imprinting del giornalismo ufficiale, che si fa scudo con la grande storia del Quarto potere, è la corrività con l’establishment politico ed economico. La concentrazione editoriale spacciata per libertà d’espressione sta cancellando, senza bisogno di censure, le voci di interi spezzoni della società mentre gli sponsor si pongono come unici interlocutori del giornalismo. Se il collateralismo tra mass media e potere è un consolidato processo storico e solo ciò che è vendibile è rappresentato, i media disegnano una società unidimensionale dove interi mondi sono oscurati, travisati o criminalizzati. In una società dove, usando le parole di Noam Chomsky, il giornalismo è “la fabbrica del consenso”, tutti i migranti sono delinquenti e tutte le donne aspiranti veline. La crisi etica ed economica della stampa è accelerata dal medium che incarna l’informazione del futuro: Internet. A 15 anni dall’arrivo dei giornali in Rete è tempo di ripercorrerne la storia: le edizioni digitali rappresentano finora un’occasione mancata, usata per abbassare i costi, precarizzare i giornalisti e omologare verso il basso il messaggio. Trent’anni di informazione digitale rappresentano però anche un parallelo processo di democratizzazione dell’informazione. La Rete offre sinapsi e tecnologia libera, rompendo la gabbia della concentrazione editoriale. Abbassando l’asticella permette a milioni di soggetti di far circolare notizie non filtrate dal mainstream. Con luci e ombre, da molto prima della nascita dei blog, del Web 2.0, dei social network, la Rete ha reso possibile un giornalismo diffuso e partecipativo, dal basso, ma non per questo meno verificabile. Se i media tradizionali si basano sulla cooptazione, il “giornalismo partecipativo” fonda la propria autorevolezza sulla revisione tra pari caratteristica della comunità scientifica e sulla comunicazione aperta. Siamo di fronte a un’erosione del latifondo mediatico e a una Riforma agraria dell’informazione? Gennaro Carotenuto insegna Storia del giornalismo e dei nuovi media e Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università di Macerata. Giornalista pubblicista, dal 1998 collabora con Radio3Rai e scrive per il trimestrale Latinoamerica dal 1992. Ha collaborato con quotidiani come El País, La Stampa, La Jornada. Dal 1997 è analista di politica internazionale del settimanale uruguayano Brecha. Dal 1995 sperimenta il giornalismo partecipativo con un proprio sito personale: http://www.gennarocarotenuto.it. Nel 2005 ha pubblicato Franco e Mussolini, la guerra vista dal Mediterraneo (Sperling&Kupfer). Nel 2007 ha curato il volume Storia e comunicazione. Un rapporto in evoluzione (EUM)."

mercoledì 16 dicembre 2009

Workshop di produzione musicale e cultura hiphop con i Groovenauti - Trieste 12/13 dicembre

Sabato 12 e domenica 13 dicembre a Trieste è andato in scena la prima parte di uno workshop di produzione musicale e di scrittura rap organizzato dal centro giovani Smac capitanato da Riccardo Taddei con il supporto di noi Groovenauti e di alcuni solerti collaboratori. L'obbiettivo del laboratorio, strutturato su 2 week-end totali, è quello di trasmettere le basi della cultura hiphop, il concetto di linguaggio e scrittura rap e della composizione musicale con software di home-recording ad un gruppo di ragazzi rientranti in un progetto di recupero del disagio sociale. Questo ci ha portati a lavorare 2 pomeriggi di 4 ore l'uno su concetti quali la metrica, il ritmo, il linguaggio rap, il modo corretto di approcciarsi alla musica e alla scrittura e come sfruttare questo per incanalare la propria rabbia e creatività. 20 ragazzi si sono ritrovati a discutere, confrontarsi, porsi domande, su ciò che è per loro la musica e su come imparare a fare propri alcuni strumenti e tecniche. Nel prossimo incontro che si terrà a gennaio si tireranno le somme di quanto appreso ed i ragazzi potranno registrare su disco il loro primo, personalissimo, lavoro rap. Un lavoro che ci riempie di soddisfazione quanto di orgoglio. Ecco alcune foto della 2 giorni:

martedì 15 dicembre 2009

Ci mancava questa...

Ci mancava solo questa: che il povero martire della libertà e della democrazia venisse ferito dalla "spirale di violenza" provocata dal clima politico figurativamente parlando. Ci mancava solo che il finto martire venisse trasformato dai media in un vero martire. Ci mancava che il gesto di una persona singola venisse trasfigurato ed interpretato come il culmine di un clima politico insano portato avanti dai detrattori di questo pover'uomo. Le colpe sono degli altri. Come sempre. E ci mancavano i gesti di solidarietà di facciata di istituzioni, partiti e cariche. La vittima non è Berlusconi, anche perchè ne uscirà solo rafforzato. Le vittime siamo noi. Noi che ce lo abbiamo, noi che abbiamo permesso che ci sia, noi che ci siamo fatti corrompere, noi che non facciamo politica ma guerriglia disorganizzata o ce ne infischiamo, a seconda. Le vittime siamo noi, non Berlusconi...che da domenica è pure più forte.

giovedì 10 dicembre 2009

Groovenauti Beauty Industries: la ricerca di strade alternative coinvolge tutti...

Pubblico la recensione di ROCKIT.IT, il più autorevole e importante portale di musica italiano. Era un sogno arrivarci su, lo è ancor di più ricevere la più bella recensione possibile che coglie il senso pieno dell'album e del nostro modo di fare musica e scrivere."Quello che subito si percepisce davanti al nuovo lavoro dei Groovenauti è lo spiazzamento tutto italiano di fronte alla proposta di un lavoro altro, la profonda sperimentazione che muove da un genere ricco di stilemi come il rap. "Beauty Industries" è un prodotto che si presenta come giusta evoluzione di quel percorso che il gruppo trentino sta sviluppando dal 2005, e che vede un tentativo di riformulazione del genere attraverso la contaminazione e la ricerca di influenze da campi esterni (musicali e non), realizzando una prospettiva nuova nei confronti del linguaggio e dell'estetica del suono rap. Tutto questo in un concept musicale che prende sicuramente ispirazione dalla figura epica di El-P e di quella produzione indie americana (Definitive Jux e Anticon) che per anni ha cercato, affermando, un modello di hip hop sperimentale caratterizzato da basi classiche ed elettronica, cocktail di suoni e melodie che si stracciano e si mescolano in un collage postmoderno bruciato e distorto. "Beauty Industries" si presenta quindi come un piccolo prodotto avanguardista nostrano. Musicalmente, come detto, la proposta si muove in modo anticoniano. Basi classiche incontrano un'atmosfera fatta di rumorismi e suoni storpiati da un'elettronica massiccia. Melodie che si fondono, alternando il suono di un pianoforte alla durezza di ritmi metallici e batterie pompate ai limiti dell'industrial. Metriche supportate da un lessico pesante perchè frutto di tematiche pesanti: su tutto la descrizione asfissiante di un mondo postindustriale assuefatto dal denaro. Un ottimo lavoro, interessante e senz'altro apprezzabile per l'impegno a coordinare intorno al disco un progetto che coinvolge musica, video e grafica (con le illustrazioni del fumettista fiorentino Ausonia). Da ascoltare e supportare, per gli afecionados al genere come per i detrattori, ché la ricerca di strade alternative coinvolge tutti."

martedì 8 dicembre 2009

Processo breve anche per reati di stampo mafioso

Ebbene si, allo studio (?) da parte del pdl, anche la proposta di processi abbreviati per reati di stampo mafioso. Come dire: ringraziate questo governo per gli sforzi profusi negli anni nella lotta ai cartelli mafiosi (vedi arresti di 2 capi clan di ieri, in realtà parte di un processo di riorganizzazione interna, nè più nè meno...), se da domani non ce la faremo più a stanarne altri sarà colpa della magistratura, del groviglio di procedimenti, appelli e pre-appelli che abbiamo tentato di velocizzare. Peccato che non ci sia nulla di più lontano dalla realtà. La durata dei processi non è un problema in se, ma è conseguenza di come la magistratura ed i tribunali sono organizzati. Abbreviando il periodo disponibile per le indagini, processi e condanne nella lotta a crimini come quelli mafiosi di cui paradossalmente Berlusconi si vanta, saranno sempre più rari e difficoltosi. Tira la pietra e nascondi la mano, indiano.

venerdì 4 dicembre 2009

Un uomo, una città, un mondo.

Welcome back allen! Uno dei pochi uomini veri rimasti nello sport. Un uomo, una città.

giovedì 3 dicembre 2009

La guerra dell'acqua

Riporto un comunicato importante per sensibilizzare su una questione su cui si sta ponendo poca l'attenzione. Lo stesso modo (sornione) in cui è inserita la riforma di privatizzazione dell'acqua nella prossima finanziaria dovrebbe far riflettere. Di seguito: spunti di riflessione e incontri per approfondire il tema. Occhio che tra le date compare anche Trento. "Dall’America latina all’Europa, i protagonisti delle battaglie internazionali in difesa dell’ acqua per una serie di incontri e conferenze: Dalla Bolivia Oscar Olivera, dal Messico Raquel Gutierrez, dall’Irlanda John Holloway, dall’Italia padre Alex Zanotelli. Testimonianze e confronti sul valore rivoluzionario del bene comune acqua, che attorno a sé riassume le contraddizioni della nostra epoca, ispirando la creazione di nuovi orizzonti possibili. Un evento tanto più significativo, nell’Italia che privatizza l’acqua. Verrà presentato il libro “La Rivoluzione dell’Acqua – La Bolivia che ha cambiato il mondo” [ed. Carta – a cura di Yaku], sulla Guerra dell’Acqua di Cochabamba di cui cadono i dieci anni. Insieme agli autori, Oscar Olivera e Raquel Gutierrez e la partecipazione di John Holloway. Il libro “La Rivoluzione dell’Acqua” sarà distribuito in Trentino con il settimanale carta venerdì 27 novembre, e a tutti gli abbonati in Italia. —————————————————– Aprile del 2000: in Bolivia un popolo viene ridotto alla sete in nome del profitto. La multinazionale statunitense Bechtel privatizza la rete idrica della città di Cochabamba. Il costo dell’acqua diventa insostenibile. La già poverissima popolazione boliviana si ribella e si organizza. Nasce la Coordinadora en defensa del agua y la vida, un coordinamento che raccoglie contadini, indigeni, donne, vecchi, professionisti, giornalisti, minatori: insieme per dire basta all’ennesimo sfruttamento indiscriminato. Dopo mesi di duro confronto per le strade, la Bechtel è costretta a recedere e la popolazione cochabambina si riappropria dell’acqua, sacra per la gente delle Ande. E’ la Guerra dell’Acqua di Cochabamba, il primo conflitto in nome dell’oro blu: un evento spartiacque che ha aperto gli occhi al mondo sui limiti di un sistema economico globale che arriva a togliere l’acqua agli esseri umani in nome dello sfruttamento e dei profitti. Novembre 2009: in Italia il governo privatizza l’acqua attraverso l’articolo 15 del decreto legge 135. E’ la messa sul mercato di un bene essenziale per la vita e di un diritto inalienabile. A quasi dieci anni di distanza, la lotta contro la mercificazione dei beni comuni segna la storia di due Paesi molto diversi fra loro. In Bolivia l’acqua è stata inserita nella Costituzione come diritto umano inalienabile. In Italia che succederà? Se ne discuterà assieme ai grandi protagonisti delle lotte sociali di questo decennio, per un confronto con i comitati locali ed i territori : con Oscar Olivera, della Coordinadora del Agua y la Vida di Cochabamba, Bolivia, che fu uno dei protagonisti della Guerra dell’Acqua. Con Raquel Gutierrez, attivista e sociologa messicana, durante la Guerra dell’Acqua si occupava della comunicazione. E la partecipazione di John Holloway,politologo e scrittore, autore del libro – cult "Cambiare il mondo senza prendere il potere". Un viaggio fra le città italiane – Trento, Lucca, Roma, Bari, Padova, Belluno – per uno spaccato della situazione del nostro Paese, con incontri con la società civile, le Università, i movimenti sociali. Inoltre: collegamenti in diretta con il Forum sull’Ambiente di Copenhagen (dal 7 al 17 dicembre), e uno sguardo sul cammino democratico della Bolivia, che il 7 dicembre avrà affrontato l’importante appuntamento con le elezioni presidenziali. Ad ogni incontro, sarà presentato il libro “La Rivoluzione dell’Acqua: la Bolivia che ha cambiato il mondo” ed. Carta, a cura dell’associazione Yaku. CALENDARIO DEGLI INCONTRI: A TRENTO IL 10 E 11 DICEMBRE (scarica la locandina dell’evento) 10 DICEMBRE ORE 20,30 AL TEATRO SAN MARCO – Via San Bernardino, 8 . L’acqua pubblica, i territori e l’autogoverno. L’esperienza della Guerra dell’Acqua di Cochabamba assieme ai suoi protagonisti. Oscar Olivera, Raquel Gutierrez, John Holloway insieme a Padre Alex Zanotelli, per un incontro pubblico, al quale parteciperà anche Michele Nardelli, del Forum Trentino per la Pace. 11 DICEMBRE ORE 9 PRESSO LA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Incontro con l’assessore alla Solidarietà e Convivenza, Lia Giovannazzi Feltramie Oscar Olivera sul progetto di cooperazione internazionale Scuola Andina dell’Acqua, sostenuto dalla P.A.T. e gestito da Yaku assieme alla Fundacion Abril e alla Coordinadora del Agua y la Vida di Cochabamba 11 DICEMBRE ORE 11 – 13, UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI TRENTO, FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA via Verdi, 26 – aula 12 – primo piano Seminario: “La guerra dell’acqua a Cochabamba come laboratorio di un’altra politica: esperienza di emancipazione e partecipazione sociale Presentazione del libro curato dalla Associazione Yaku: “La rivoluzione dell’acqua: la Bolivia che ha cambiato il mondo con: Oscar Olivera, Raquel Gutierrez, John Holloway e i Docenti Giovanna Gadotti, Lauro Struffi Dal 5 al 15 dicembre presso il Centro di Formazione alla Solidarietà di Trento, via San Marco, mostra fotografica di Lorenzo Scaldaferro: 20 bianco/neri sui progetti di yaku in Bolivia A CAPANNORI (Lucca) IL 12 DICEMBRE Conferenza e presentazione libro, con l’Osservatorio per la pace di Capannori, il “comune virtuoso d’Italia” con: Oscar Olivera, Raquel Gutierrez, John Holloway A ROMA IL 14 E 15 DICEMBRE 14 dicembre presso la sede di Carta, incontro conviviale 15 dicembre alle 15 presso l’Università La Sapienza, facoltà di Fisicica, incontro con gli studenti dell’Onda e i comitati del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua con: Oscar Olivera, Raquel Gutierrez, John Holloway A BARI IL 17 DICEMBRE Con Nichi Vendola, governatore della Puglia, e il Comitato pugliese Acqua bene Comune, incontro pubblico presso l’Acquedotto Pugliese con: Oscar Olivera A PADOVA IL 18 DICEMBRE Con Radio Sherwood e Ya Basta, Oscar Olivera racconta del cammino democratico della Bolivia post elezioni con: Oscar Olivera A BELLUNO IL 20 DICEMBRE Con Ya Basta ed i comitati del nordest in difesa dell’acqua pubblica, del Comitato Bellunese Acqua Bene Comune con: Oscar Olivera