sabato 30 aprile 2011

Una scorpacciata di anatra all’arancia meccanica

E’ uscito da qualche settimana un libro che considero già imprescindibile per chi ha vissuto gli anni zero ed ama gli sguardi obliqui, quelli insoliti, quelli da prospettive sui generis in grado di inquadrare diversamente e con lucida amarezza quanto sana ironia, i tempi in cui viviamo ed abbiamo appena vissuto. Il libro si intitola “Anatra all’arancia meccanica” è edito da Einaudi ed è scritto dal quartetto di scrittori (semi) anonimi Wu-Ming. Dentro ci sono finiti scritti, racconti e saggi tratti da 10 anni di pubblicazioni on-line o in antologie varie. Racconti che se letti assieme ci narrano, sfiorandoli abilmente, gli accadimenti più rilevanti degli anni 2000. Alla maniera dei Wu Ming chiaramente, tra sci-fiction e non-fiction. Questo un passo della bellissima prefazione scritta da Tommaso de Lorenzis: “Dunque, Anatra all’arancia meccanica non fa sconti. A distanza dalla rappresentazione più ovvia, ostentando un plurilinguismo scoppiettante, procedendo da osservatori inusuali, battendo percorsi indiretti, affronta le questioni cruciali del nostro tempo. Racconta il disordine ambientale, il transito dei migranti, l’eccedenza delle storie, l’isteria securitaria, l’intolleranza microfisica, la «micromegalomania» narcisistica, la condizione del lavoro intellettuale. Presenta il decesso di un’epoca marchiata a fuoco da guerre e disastri. Assume con elegante riserbo ciascuna delle sconfitte maturate nel corso di questo decennio e ha lo stile di non vendere la consolazione a buon mercato dell’“avevamo ragione”. Consigliatissimo.

giovedì 21 aprile 2011

Ciao Vittorio

Qualche giorno fa hanno ammazzato Vittorio Arrigoni. Autore del libro sulla striscia di Gaza "Restiamo umani", blogger di fama internazionale per la sua lotta contro le ingiustizie, le finte democrazie, le guerre vere, le guerre inventate, i valori che ogni uomo dovrebbe avere. Ce lo hanno ammazato israeliani sionisti mentre si trovava nella strscia di Gaza a portare aiuti umanitari e a raccontare (unico italiano, anche sotto i bombardamenti del 2009) i fatti quotidiani dall'interno della striscia.

L'hanno ucciso perchè portava informazione e pace. Un eroe moderno la cui morte è passata sotto silenzio. Come lo fu quella di un Peppino Impastato (per motivi assimilabili anche se su suolo italiano, vedere "i 100 passi" per le prove). Dopo giorni di prigionia e nella totale indifferenza mediatica e soprattutto politica, un blogger è stato ammazzato per la sua opera di divulgazione. Non ci sono altre considerazioni da fare. Riporto con le lacrime agli occhi il suo manifesto che ancora campeggia e sempre campeggerò su uno dei blog di controinformazione più importanti d'Italia (si anche più di quello di Grillo): Guerrilla Radio.

Guerriglia alla prigionia dell'Informazione. Contro la corruzione dell'industria mediatica, il bigottismo dei ceti medi, l'imperdonabile assopimento della coscienza civile. La brama di Verità prima di ogni anelito, l'abrasiva denuncia, verso la dissoluzione di ogni soluzione precostituita, L'infanticidio di ogni certezza indotta. La polvere nera della coercizione entro le narici di una crisi di rigetto. L'abbuffata di un pasto nudo, crudo amaro quanto basta per non poter esser digerito.

A-men.