lunedì 20 settembre 2010

Mc Donalds - I Was Lovin It

Un uomo è disteso su un lettino. Si capisce subito che è morto: siamo in un obitorio e accanto a lui c'è una donna che lo piange. Pian piano l'inquadratura si allarga, e alla fine si vede cosa lo ha ucciso: un panino. Il Physicians Committee for Responsible Medicine (Pcrm), un'associaizone di medici, prende di mira McDonald's e senza mezzi termini condanna i suoi hamburger. Lo spot è stato lanciato negli Stati Uniti e contiene un messaggio chiaro: quei panini uccidono. Non un'accusa velata ma un vero spot contro la società della grande M, il cui logo è ben visibile alla fine dello spot con tanto di claim rivisitato "I was loving it". Uno spot contro colesterolo, pressione alta e rischi di infarto. Finalmente un advertising sfrontato quanto quelli delle multinazionali che predicano ecologia, salute ed interesse per l'essere umano. Mac su tutte...

giovedì 9 settembre 2010

Fine del supporto fisico?

E' di qualche giorno fa la notizia del buco di 1 miliardo di dollari accumulato dalla catena multinazionale di homentertainment più conosciuta al mondo: blockbuster. Una voragine gigantesca ed incolmabile dai finanziatori soprattutto perchè maturata anche a causa della chiusura di ben 1000 punti vendita in tutta America. Chiusure naturalmente causate da tutti noi, onnivori downloader sostenitori del copyleft e del file sharing più selvaggio. Chiusura quasi normale quindi ed annunciata che se da una parte invita ancora una volta di più aziende, lobby dell'intrattenimento e governi a ripensare totalmente le leggi sul copyright e a nuovi modelli di business che partano dai nuovi consumi generati dalla società del web 2.0, dall'altra parte deve far riflettere sull'estinzione del supporto fisico, del feticcio: la cassetta prima, il dvd poi, il blu ray domani. Tutti questi supporti sono destinati a lasciare il passo a servizi di download a pagamento (Apple ha appena lanciato una nuova innovativa I-tv) che non necessiteranno più di pesanti scaffali in grado di supportare la nostra videoteca, bensì di piccoli contenitori di infiniti dati video, audio e quant'altro. Un po' dispiace soprattutto ai nostalgici del supporto, ma sono profondamente convinto che a decretare la fine di esso, non siano stati tanto i "pirati" o i download a pagamento (che in USA sono molto più diffusi rispetto all'Europa), quanto le scellerate politiche commerciali e distributive di tutta la catena del valore del sistema cinematografico: casa di produzione, major, catena di distribuzione. Multinazionali multimilionarie che non si sono accorte che mentre il mondo accedeva al contenuto gratuitamente, invece di lavorare sulle modalità alternative di accesso e fruibilità, hanno perpetuato insistentemente la vendita del contenitore a prezzi folli e fuori mercato. Scorrete lacrime, disse il poliziotto.

sabato 4 settembre 2010

Viral marketing responsabile

Il viral marketing comprende tutte quelle attività di comunicazione rese possibili oggi dal web 2.0 e volte a diffondere un messaggio, un video, un immagine come una propagarsi virale appunto, all'interno della rete. Obiettivo vendere, sensibilizzare, fare conoscere, o semplicemente generare profitto. Ecco un esempio di viral marketing socialmente responsabile messo in piedi da un'associazione ambientalista americana. E' geniale.