Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto di vastità, scavando il fosse, usando il confine tra sogno e bisogno (l'incubo è confonderli!). Così tra tellurico ed onirico, in uno spazio agli antipodi, in un limbo dell'imparadiso ho avuto un sentore: URGE. - Alessandro Bergonzoni 2011 -
lunedì 29 giugno 2009
Niente di più feroce
venerdì 26 giugno 2009
Citizen Berlusconi
giovedì 25 giugno 2009
In your face advertising
lunedì 22 giugno 2009
Iran: 20 anni dopo un'altra Tiananmen
mercoledì 17 giugno 2009
Considerazioni sul post-liberismo
sabato 13 giugno 2009
E adesso?
martedì 9 giugno 2009
I Canti del Caos - Antonio Moresco
Di crisi e di colpe
Che siano al potere o all'opposizione, i partiti conservatori hanno approfittato delle paure degli elettori di fronte alla crisi. La sinistra, in netto calo in tutto il continente, attraversa una "crisi di linguaggio": non è riuscita a parlare al suo elettorato di riferimento, sostiene La Repubblica.
"L'Europa della crisi e delle grandi paure guarda a destra", commenta il corrispondente da Bruxelles de La Repubblica Andrea Bonanni di fronte ai risultati delle elezioni europee. Il successo dei popolari e la drammatica crisi dei socialisti sono infatti il dato più evidente all'indomani del voto.
"La destra moderata riesce paradossalmente a incassare su due fronti: dove è al governo, come in Francia, in Italia, in Germania, vince il messaggio di forza tranquilla, in grado di intercettare e calmare le paure dell’elettorato", scrive Bonanni. "Là dove è all’opposizione, come in Spagna o in Gran Bretagna, incassa invece il dividendo del voto di protesta che fa pagare alle forze di governo lo scotto della crisi economica."
Il Pse raccoglie invece ancor meno di quanto ci si aspettasse. I socialisti europei attraversano una grave "crisi di linguaggio: una afasia nei confronti del proprio elettorato tradizionale e di quello potenzialmente nuovo." Il calo socialista è parzialmente compensato dai buoni risultati dei Verdi, soprattutto in Francia, e dell'estrema sinistra. Ma a crescere è soprattutto la destra antieuropea, che in Gran Bretagna, Austria, Paesi Bassi e Ungheria ha saputo sfruttare la paura per le conseguenze sociali della crisi e il desiderio di un nuovo "ordine morale e razziale".
Il risultato delle elezioni, infine, dovrebbe spianare definitivamente la strada alla riconferma del presidente della Commissione, il popolare José Manuel Barroso. Il crollo dei laburisti sembra invece offuscare la stella di Tony Blair, candidato al posto di primo presidente Ue. I socialisti restano però la seconda forza a Strasburgo e con ogni probabilità rivendicheranno comunque la poltrona. E "quale candidato risulterebbe meno 'socialista' e più gradito alle destre che l’ex premier britannico?", conclude Bonanni.