Allora?
Notato nulla? Non manca qualcosa nel flusso delle informazioni di questa estate? C’eravamo abituati… no? Lunedì, un barcone con 340 immigrati è approdato a Lampedusa. Martedì, un barcone con 256 immigrati è approdato a Lampedusa. Mercoledì, un barcone con 122 immigrati è approdato a Lampedusa, meno di ieri (smorfia piccata dell’annunciatore che ama le cifre record, poiché gli permettono di dare un certo tono alla voce e di attirare l’attenzione di telespettatori e radioascoltatori). Giovedì, un barcone con 402 immigrati è approdato a Lampedusa (l’annunciatore si sente meglio). Venerdì, sabato e domenica è festa: imbarcazioni a volontà, con candidati all’immigrazione stretti come sardine. Ogni estate era così, da dieci anni. E nel luglio 2009 niente. Non una barca, non un immigrato. Un colpo di telefono alle autorità marittime del porto di Lampedusa. “Non siamo autorizzati a parlare con la stampa”. Il tono è freddo e secco. L’opposto di quella gentilezza con la quale, da anni, i guardacoste accompagnavano i giornalisti al largo per illustrare il proprio modo di operare. Questa volta, invece, impossibile persino ricevere l’informazione più elementare: il numero delle imbarcazioni di questo mese. Mi si rimanda al comando di Palermo. Là, una risposta: “Nel mese di luglio nemmeno un immigrato è arrivato a Lampedusa; è finita, il problema è stato risolto”. Un fischio di ammirazione. Il fenomeno dell’immigrazione Sud/Nord, Africa/Europa regolato in un mese, e senza il minimo annuncio mediatico per vantarsene. M’inchino di fronte a tanta efficacia e a tanta umiltà. Ministero dell’Interno, uno dei collaboratori di Roberto Maroni: “Dopo che lo scorso 15 maggio la Libia ha dispiegato mezzi militari al largo delle sue coste, non parte più nessuna imbarcazione. Siglando gli accordi economici e finanziari con Tripoli, il governo Berlusconi ha messo termine al dramma dell’immigrazione”. Dunque era questo il prezzo da pagare: 5 miliardi di euro. Simile logica, a seguirla, presuppone che Gheddafi poteva frenare l’emigrazione. Dunque egli si sarebbe servito del dramma dei flussi migratori come strumento di pressione per ottenere quanto voleva. Una moneta di scambio. L’Organizzazione internazionale per le Migrazioni, che tanto si dà da fare a Lampedusa così come in Tunisia e in Libia, denuncia regolarmente, sulle coste nordafricane, violenze e maltrattamenti commessi all’interno dei campi di detenzione in cui vengono “stipati” gli aspiranti immigrati venuti dal Sahel. Si parla di sevizie e di tratta di esseri umani. Non parte più nessuna imbarcazione… Mi tornano alla mente le parole del cardinale Maradiaga pronunciate nel corso dei nostri incontri: “Il Nord non avrà mai abbastanza muri d’acciaio per poter trattenere la valanga dell’immigrazione irregolare”… Un colpo di telefono a Pierluigi e Damiano, due pescatori di Lampedusa incontrati sul posto durante la registrazione di “Ciao Ragazzi” (trasmissione di approfondimento in onda il sabato su France Inter, ndt). Allora è vero? Non più una barca a Lampedusa? Tutti bloccati in Libia? “Sì e no”, mi rispondono… “Nemmeno un arrivo a Lampedusa, ma, al largo, i pescherecci continuano ad imbattersi in cadaveri, resti umani… meno di prima, ma comunque succede ancora. Immaginiamo che talvolta i guardacoste recuperino i sopravvissuti per condurli in Libia, come avvenuto lo scorso maggio. Tutto è organizzato perché le imbarcazioni non arrivino più a Lampedusa. Ma al porto e in città, se ne parla, si vuol sapere.. Visto che la notte gli elicotteri non smettono di girare”. Federico Miragliotta, direttore del centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa: “E’ vero, la strategia è, chiaramente, che le barche non arrivino più a Lampedusa ma che aggirino l’isola”. Il 17 luglio, 122 immigrati sono sbarcati a Siracusa. E saranno trasferiti a… … a Lampedusa, in cui il nuovo centro di detenzione è quasi pronto. Costruito a tempo record. In un Paese in cui oramai l’immigrazione clandestina è un delitto, Lampedusa sarà l’isola in cui verranno reclusi questi criminali d’un genere nuovo. Gli abitanti di Lampedusa manifestano. Il sindaco si fa portavoce della causa: “Non vogliamo divenire la Guantanamo dei clandestini, ci sono altri modi per soccorrere quelle povere persone”. Questo sindaco, Bernardino de Rubeis, è stato chiamato a rispondere, il 21 luglio, del reato di concussione, tirato in ballo da un imprenditore siciliano. Vogliono farmi stare zitto, ha dichiarato per difendersi. Tacere.. Una buona idea. I migranti continuano a morire in mare, ma poiché le autorità marittime non emettono più alcun comunicato, l’informazione non viene diffusa… Tacere un problema equivale a negarne l’esistenza. E funziona. Eric Valmir, corrispondente per l'Italia di Radio France, tratto dal suo blog.
sembrava anche a me che quest'estate mancasse qualcosa: la polemica sugli immigrati!
RispondiEliminasi perchè il punto non è risolvere il problema immigrazione (per risolvere intendo dare una soluzione umana al fenomeno, ma aspettare un qualcosa per polemizzare!
a destra e a sinistra ognuno con le proprie idee, con il proprio modo di pensare e di credere cio' che è meglio fare, non aspetta altro che una scintilla per accendere la polemica.
la destra fascista annega gli immigrati al largo, la sinistra comunista li vorrebbe accogliere e egualizzarli (spero si dica così)ai residenti, i cattolici ci dice che dobbiamo aiutare il prossimo... ma non in vaticano per favire!
niente di nuovo....
stessa storia, non solo tutti gli anni, ma da sempre!
invece di polemizzare, provare a dare soluzioni!
il buonismo non serve, nascondere il problema non serve, delegare le scelte ad altri non serve...
mi piacerebbe vedere su questo blog una reale proposta per evitare quello che da anni sta succedendo al largo delle nostre coste ! non una polemica sterile, ma un punto di partenza su cui poter ragionare e discutere...
vediamo se qualcuno mi ascolta...
Le opinioni sono sempre opinabili, le proposte vanno sempre incontro a contro-proposte e per loro stessa natura le prese di posizione valide si scontrano con altre altrettanto valide in quanto la loro validità è sempre relativa. Le soluzioni purtroppo credo non ce le abbia nessuno all'interno di questo blog, d'altra parte esso nasce con la vocazione di contro-informare, di creare dibattito e di fermare alcune considerazioni su cui personalmente ritengo valga la pena di ragionare in modo più approfondito di quanto ci permetta di fare la nostra quotidianità fatta di notizie riportate per sentito dire e di informazioni veicolate da canali informativi compromessi. Quando non di disenteresse totale per alcune tematiche, soprattutto di carattere sociale.
RispondiEliminaProposte ne vengono fatte qua e là nei dibattiti e negli scambi di opinione, riportare notizie ed argomenti sui quali ragionare, resta d'altro canto l'intento primario. Per ciò che mi riguarda ho già detto in altra sede da dove partirei per affrontare il "problema" immigrazione:
0) rispetto dei diritti e doveri inalienabili dell'uomo.
1) incrementare il numero dei centri di accoglienza e le loro interconnessioni con il mondo del lavoro, di modo che possano essere dei punti di riferimento per gli immigrati scappati dalla propria terra ed in cerca di una vita onesta in una terra straniera.
2) rilascio di un permesso di soggiorno/documento d'identità a scadenza semestrale rinnovabile per non più di 1/2 volte e previo accertamento del ruolo di occupato o disoccupato attivo dell'immigrato. Alla scadenza del permesso rimpatrio per i disoccupati passivi.
3) istituzione di seri programmi di integrazione nelle scuole italiane che prevedano l'avvicinamento dei ragazzi alle tematiche sociali e alle culture di altri popoli.
4) assistenza psicologica e di carattere assistenziale per i migranti bisognosi.
5) eliminazione del reato di clandestinità che complica in maniera esagerata e ostruzionistica, tutti i punti di cui sopra.
Da questi 5/6 punti secondo me è necessario partire. Ce ne sarebbero altri (vedi lavoro delle ambasciate italiane su territorio straniero) ma personalmente credo che già partendo da questi si eviterebbe di considerare l'immigrazione solamente come un problema e non anche come una potenziale risorsa. Certo sono manovre che richiedono soldi e competenza ma d'altra parte anche il ponte sullo stretto di Messina ne richiede quantità ingenti, così come i favori agli amici libici o i preparativi per l'Expo di Milano del 2015. I ritorni economico/sociali di lungo termine d'altro canto, non avrebbero prezzo, con buona pace di chi la riterrebbe una manovra buonista.
sono abbastanza d'accordo su quasi tutti i punti, se non fosse per qualche dubbio che vorrei condividre:
RispondiElimina- al termine del permesso di soggiorno, l' eventuale "disoccupato passivo", come lo ritrovo?
- siamo cosi sicuri che che questi nuovi italiani si vogliano integrare con noi?
- non sarebbe il caso che visto che l'italia non è l'unico stato ad affacciasi su mediterraneo, e nenche il più vicino alla coste africane, a gestire la situazione in maniera più "europea" ?
- nel periodo di 6 mesi, o 1 anno in cui queste persone rimangono in italia per trovare lavoro, casa, ecc... contribuirebbero anche loro con una specifica tassazione, a pagarsi i servizi che gli vengono offerti (ad esempio la sanità), o timarrebbe tutto sul nostro groppone?
questo perchè se noi operiamo da soli (senza grecia, spagna,.... per inetnderci), e apriamo le porte a chiunque voglia entrare in europa da una porta preferenziale, affidando il controllo di quanto viene fatto ad una sola verifica semestrale gestita dal controllato (se non si presenta da solo non lo ritrovi più, visto che non ci sono più confini interni in europa), purtroppo assieme a tante brave persone che vogliono provare ad avere un nuovo inizio, faremmo arrivare anche quello che probabilmente scappa dal paese di origine perchè delinquente e arriva gaio gaio da noi per continure a fare quello che a casa sua sapeva fare meglio...
il timore non è per le brave persone...
Prima una considerazione: Io trovo nelle tue obiezioni 2 convinzioni che a mio parere ti portano a ragionare in maniera troppo simile all'attuale governo:
RispondiElimina- la convinzione non si sa bene suffragata da cosa, che il cittadino comunitario sia più civile e ben intenzionato dell'extra comunitario (e con questa parola intendo tutti gli extra cee quindi anche americani, canadesi o russi, non solo terzomondisti).
- il rifiuto di base all'assistenzialismo nei confronti di persone bisognose non della tua nazionalità. Io ti dico una cosa: preferisco di gran lunga che un 1 % delle mie tasse vada in attività assistenziali di cui sopra piuttosto che nel sostegno degli interessi non dell'Italia ma dei nostri politici o in manovre finanziare scellerate o in opere pubbliche messe in atto per interessi economici privati. Mi fa ben più pensare ed incazzare questo che l'immigrazione.
Riguardo comunque al tuo pensiero sul controllo è chiaro che chi è in fallo viene beccato alla prima domanda di lavoro senza permesso in regola o dalle forze dell'ordine ecc. Esattamente come avviene per chi non paga il bollo della macchina, non rinnova la carta d'identità, non paga le tasse ecc. ecc.
Sull'Europa se non altro ti allontani giustamente dal pensiero del tuo premier che di Europa non vuol nemmeno sentir parlare a quanto pare anche dalle sparate di questi giorni...
Sull'intervento congiunto io sono più che d'accordo. Servono fondi, centri di recupero e smistamento e politiche serie anzichè xenofobe.
un paio di puntualizzazioni:
RispondiElimina- statisticamente, dati alla mano, per tutta una serie di motivazioni che se vuoi potremmo analizzare, in questo momento la proporzione immigrati - delinquenza e comunitari - delinquenza, conferma pienamente il mio pensiero.
- cosa intendi per assistenzialismo?
- Guarda che non so se hai visto cosa ha detto Berlusconi l'alrro giorno, forse lo hai sentito solo riportato: io ho sentito la dichiarazione e mi sembra più che condivisibile. ha semplicemnte detto che è inutile che ogni paese dell' unione europea dica la sua (chiaramente da paesi dove non esiste questo problema i giudizi sono facili - guarda caso spagna e grecia non dicono niente), sarebbe il caso che ci fosse una linea unica, condivisa ed espressa dal presidente dell' unione stessa.
in ultimo una cosa: guarda che per me ragionare in maniera simile all'attuale governo è abbastanza naturale, visto che lo ho votato. Non sempre condivido tutto, ho anche io i miei distinguo, ma in linea di massima le idee sono qulle.