sabato 25 giugno 2011

Jonathan Lethem - Io e Philip K. Dick

E’ uscito da qualche mese un diario/racconto sui generis di uno dei più grandi autori americani contemporanei: Jonathan Lethem. Quel Jonathan Lethem di alcuni romanzi-capolavoro come “La fortezza della solitudine“, “Amnesia Moon”, “Brooklyn senza madre”, in cui cultura alta e cultura “bassa”, di strada, si intrecciano in modi del tutto nuovi, come solo uno scrittore di grande competenza stilistica e capacità narrative che sia al contempo un divoratore di romanzi pulp e fumetti underground può riuscire a fare. Lethem possiede alcune delle caratteristiche che personalmente più apprezzo in uno scrittore, per non dire nella letteratura in generale, provo qui ad elencarle.

- le ambientazioni sono realistiche, urbane, claustrofobiche ma anche possibiliste e futuribili, fanno da gabbia ma anche da tranpolino di lancio per sogni, interpretazioni. New York è quindi la città per eccellenza in cui si ambientano la maggiorparte dei suoi scritti (Brooklyn in particolare, quartiere di cui Lethem è originario). Si tratta però di ambientazioni cupe, stradaiole, in cui i personaggi paranoici ed insicuri si muovono a tentoni pur conoscendone di fatto strade e situazioni principali.

- i personaggi paranoici, sospettosi e alla continua ricerca di un senso di se nel mondo, solipsistici a volte, di certo con mille sindromi, problematici, che non sanno a volte discernere cosa sia realtà e cosa finzione (elemento tra l’altro di meta narrazione con cui Lethem infarcisce i suoi racconti). Insomma personaggi “Dickiani”, derivati dalla passione viscerale e compulsiva per il maestro della fantascienza Philip K. Dick.

- gli sfondi fantascientifici. Fatti di una materia reale però, di fantascenza possibile, in pieno stile Dick (gli estranei alla fantascienza direbbero “Orwelliana”). Di fatto si può quasi dire che Lethem riesca a portare nel romanzo reale la materia con cui Dick ha infarcito i suoi libri di fantascienza (“reale”). E per questo non è un epigono del maestro ma anzì, uno dei più fedeli e capaci seguaci.

Tutti questi ingredienti a mio parere fanno di Lethem uno dei migliori scrittori in circolazione, perchè capace di far suo un immaginario fantastico, unirlo a quello reale e cittadino, e a delle storie di crescita, di sviluppo dei personaggi nel tempo della loro esistenza, in cui si mischiano paranoie, paure e pochissime certezze.

Tutta questa intro per dire che Lethem pochi mesi fa ha pubblicato il libro che avrebbe sempre voluto scrivere, ovvero l’omaggio sotto forma di racconti e di saggi, al grande maestro Philip K. Dick. Si chiama “Crazy Friend – io e Philip Dick” è edito da Minimum Fax e rappresenta per un amante di Dick come il sottoscritto, una delle più belle letture e disamine che potessero capitare.

Se non avete mai letto nulla dell’autore di romanzi che hanno ispirato film come “Blade Runner“, “Un oscuro scrutare”, “Scanners”, “Atto di forza” o “Guardiani del destino”, Crazy Friend potrebber essere uno straordinario punto d’inizio. Se al contrario conoscete benissimo la sua cosmologia ma magari conoscete meno quella di Lethem, fatevi introdurre in entrambi i mondi da questo piccolo, prezioso diario di uno scrittore di talento. Scoprirete come Lethem sia un crocevia di culture, un intenso focolaio di stimoli.

Luke

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