C’è poco da fare, a volte essere figli d’arte aiuta, ma qui non c’entra il paraculismo di italiana pratica e memoria. Si parla di vera arte, di ispirazione e di interpretazione della realtà musicale, forse globale, attraverso altre categorie. Forse senza toccarle del tutto le categorie. E’ un pensiero che sovviene naturale all’ascolto di Cosmogramma, ultimo lavoro di Steven Ellison, alias Flying Lotus, alias il nipote dotato di Alice e John Coltrane. L’ultimo della pista in fatto di pedigree…
Tre gli album prodotti dal 2006 ad oggi: 1983, Los Angelese e appunto, Cosmogramma. 3 steps evolutivi non solo personali ma di genere probabilmente. 3 balzi in avanti costanti partendo dal retaggio dell’immortale James Ynacey “J-Dilla” e da quello di casa Coltrane per arrivare ad un approccio totalmente nuovo nei confronti di quell’hiphop strumentale che sembra ormai la declinazione più genuina dell’estro creativo di chi ancora oggi intende cimentarsi con i 4 quarti senza risultare monotono e scontato. “Los Angeles” aveva tracciato il segno, ma a scavare il solco tra “tutto quello che si è sentito del genere hiphop elettronico strumentale prima di Flying Lotus” e “quello che si è sentito dopo” è proprio questo nuovo album, Cosmogramma, dove si uniscono Jazz, boom bap quantizzato, afro-beat viscerale di madlibiana interpretazione, elettronica (c’è anche lo zampino di Dorian Concept e di Tom Yorke), accenni di dub-step e trip hop, in dosi mai così amalgamate tra di loro. Ci sono echi di Coltrane appunto, riverberi “dilliani” e beat eclettici vicini a Janeiro Jarel, ma in definitiva tutto è reinventato totalmente ed ad un tale livello di perfezione che il genere nascente dalla mente e dalle vibrazioni di Ellison rappresenta per davvero qualcosa di nuovo, anche se di non drastico dato che Lotus ci ha accompagnati nel suo percorso evolutivo fin dall’esordio in warp con “1983″. Siamo certamente davanti ad una nuova cosmologia di suoni, ed il titolo dell’album non è casuale.
Possono esserci dischi più facili, più immediati e più facili da restare impressi nella memoria rispetto a Cosmogramma, ma ce ne saranno pochi, in questo 2010, in grado di far porre all’ascoltatore la stessa attenzione che richiede qualcosa di nuovo, qualcosa in grado di partire dalle radici jazzistiche della musica nera per stravolgerne e re-interpretarne i canoni stessi. Flying Lotus è la nuova “New Thing”.
Voto: 10
passavo da 'ste parti... grande disco!
RispondiEliminasaluti, marco
emozioni tradotte in musica
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