sabato 30 aprile 2011

Una scorpacciata di anatra all’arancia meccanica

E’ uscito da qualche settimana un libro che considero già imprescindibile per chi ha vissuto gli anni zero ed ama gli sguardi obliqui, quelli insoliti, quelli da prospettive sui generis in grado di inquadrare diversamente e con lucida amarezza quanto sana ironia, i tempi in cui viviamo ed abbiamo appena vissuto. Il libro si intitola “Anatra all’arancia meccanica” è edito da Einaudi ed è scritto dal quartetto di scrittori (semi) anonimi Wu-Ming. Dentro ci sono finiti scritti, racconti e saggi tratti da 10 anni di pubblicazioni on-line o in antologie varie. Racconti che se letti assieme ci narrano, sfiorandoli abilmente, gli accadimenti più rilevanti degli anni 2000. Alla maniera dei Wu Ming chiaramente, tra sci-fiction e non-fiction. Questo un passo della bellissima prefazione scritta da Tommaso de Lorenzis: “Dunque, Anatra all’arancia meccanica non fa sconti. A distanza dalla rappresentazione più ovvia, ostentando un plurilinguismo scoppiettante, procedendo da osservatori inusuali, battendo percorsi indiretti, affronta le questioni cruciali del nostro tempo. Racconta il disordine ambientale, il transito dei migranti, l’eccedenza delle storie, l’isteria securitaria, l’intolleranza microfisica, la «micromegalomania» narcisistica, la condizione del lavoro intellettuale. Presenta il decesso di un’epoca marchiata a fuoco da guerre e disastri. Assume con elegante riserbo ciascuna delle sconfitte maturate nel corso di questo decennio e ha lo stile di non vendere la consolazione a buon mercato dell’“avevamo ragione”. Consigliatissimo.

Nessun commento:

Posta un commento