sabato 19 settembre 2009

Videocracy, un commento di Teo Lorini

L'Italia della Videocrazia è una Cuccagna ininterrotta che nutre il Mondo rovesciato e ne nega il carattere paradossale e dis-topico, quello cioè di una utopia all'incontrario, fondata sul sovvertimento dei valori condivisi. È il mondo dove l'appellativo di eroe non va ai servitori dello stato ma agli emissari della mafia; dove la scelta dei candidati alla cosa pubblica si basa sui criteri estetici e sulla disponibilità sessuale, non sulle competenze; dove ci si difende dai processi e non nei processi; dove il magistrato è un criminale, un pazzo che non deve permettersi di prendere la parola o di partecipare alla vita civile del Paese e sul giornale (sul Giornale?) scrivono invece i condannati per i reati più vari; dove la guerra è una missione di pace; dove l'oppresso che fugge dalla morte e dalla persecuzione è un clandestino, un ladro, uno stupratore; dove l'abbandono di miserabili, donne incinta, bambini, lasciati morire di fame o di febbre in mare diventa una "procedura di respingimento"; dove il naturale senso di fratellanza umana è disprezzato e schernito come "buonismo" e la cattiveria è invece celebrata come un valore finalmente riconquistato; dove si tagliano i fondi alla polizia per elargirli invece invece alla giustizia privata delle ronde; dove il giornalista non deve fare domande basandosi sui documenti ma invece può mandare avvertimenti, compiere intimidazioni e character assassinations sull'unica base di dossier dalla provenienza oscura, senza nulla provare ma solo in virtù di una "potenza di fuoco" senza pari; dove viene bandito dalla televisione questo film che dovrebbe invece essere mostrato in tutte le scuole (esattamente come Il corpo delle donne), per offrire una sia pur minima risorsa argomentativa alle generazioni di adolescenti cui ogni pomeriggio la televisione propone come modello unico l'esposizione di corpi mercificati, svuotati, sfruttati che affollano "Uomini e donne", "Grande fratello" e tutti gli infiniti cloni di questa televisione. E invece, nel Mondo alla rovescia in cui si è trasformata l'Italia, ad avere bisogno di contraddittorio non è quello spaventoso tritacarne in cui si riducono in brandelli l'intelligenza, la dignità, il rispetto di sé e dell'altro, bensì un piccolo film indipendente che si permette di proporre un altro punto di vista, di operare una connessione fra le cose che sono sotto gli occhi di tutti e che pure devono ad ogni costo essere considerate distanti, separate, irrilevanti.

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