Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto di vastità, scavando il fosse, usando il confine tra sogno e bisogno (l'incubo è confonderli!). Così tra tellurico ed onirico, in uno spazio agli antipodi, in un limbo dell'imparadiso ho avuto un sentore: URGE. - Alessandro Bergonzoni 2011 -
martedì 29 settembre 2009
L'industria farmaceutica e le sue porcherie
Riporto le preoccupanti conclusioni del Rapporto finale, pubblicato dalla Commissione Europea lo scorso 8 luglio sugli abusi in materia di concorrenza nel settore farmaceutico che meriterebbero di essere ben più diffuse di quello che sono.
In sintesi: nel commercio dei farmaci la concorrenza non sta funzionando, i grandi gruppi farmaceutici ricorrono a ogni tipo di gioco sporco per impedire l’arrivo sul mercato di medicine più efficaci e soprattutto per squalificare i farmaci generici molto meno cari.
Conseguenza: il ritardo nell’accesso del consumatore ai generici si traduce in importanti perdite finanziarie non solo per gli stessi pazienti ma anche per la Sicurezza Sociale a carico dello Stato (ossia dei contribuenti). Questo, inoltre, offre argomenti ai difensori della privatizzazione dei Sistemi Sanitari Pubblici, accusati di essere buchi neri di deficit nel bilancio degli Stati.
I generici sono identici dal punto di vista medico, quanto a principi attivi, dosi, forma farmaceutica, sicurezza ed efficacia, ai farmaci originali prodotti in esclusiva dai grandi monopoli farmaceutici. Il periodo di esclusiva, che inizia nel momento in cui il prodotto è messo in vendita, ha scadenza decennale; ma la protezione del brevetto del farmaco originale dura vent’anni. Quindi è quando altri fabbricanti acquisiscono il diritto a produrre i generici che questi costano il 40% meno. L’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la maggioranza dei Governi raccomandano l’uso di generici perché, per il loro costo inferiore, favoriscono l’accesso equitativo alla salute delle popolazioni esposte a malattie evitabili.
L’obiettivo delle grandi marche farmaceutiche consiste, di conseguenza, nel ritardare con tutti i mezzi possibili la data di scadenza del periodo di protezione del brevetto; e usano il sistema di brevettare additivi superflui del prodotto (un polimorfo, una forma cristallina, ecc.) ed estendere così, artificialmente, la durata del loro controllo sul farmaco. Il mercato mondiale dei farmaci rappresenta circa 700 miliardi di euro; e una dozzina di imprese giganti, tra cui le cosiddette Big Pharma (Bayer, GlaxoSmithKline (GSK), Merck, Novartis, Pfizer, Roche, Sanofi-Aventis), controllano la metà di questo mercato. I loro profitti sono superiori a quelli dei potenti gruppi del complesso militar-industriale. Per ogni euro investito nella fabbricazione di un farmaco di marca, i monopoli ne ricavano mille sul mercato. E tre di queste ditte, GSK, Novartis y Sanofi, si preparano a guadagnare miliardi di euro in più nei prossimio mesi grazie alle massicce vendite del vaccino contro il virus A(H1N1) della nuova influenza.
Queste gigantesche masse di denaro conferiscono alle Big Pharma una potenza finanziaria assolutamente colossale. Che usano in particolare per mandare in rovina, mediante ripetuti processi milionari nei tribunali, i modesti fabbricanti di generici. Le loro innumerevoli lobbies inoltre pressano permanentemente l’Ufficio Europeo Brevetti (OEP), la cui sede si trova a Monaco, per ritardare la concessione ai generici delle autorizzazioni di accesso al mercato. Allo stesso modo lanciano campagne ingannevoli su questi farmaci bioequivalenti e spaventano i pazienti. Il risultato è che, secondo il recente Rapporto pubblicato dalla Commissione Europea, i cittadini hanno dovuto aspettare, in media, sette mesi più del normale per accedere ai generici, cosa che si è tradotta negli ultimi cinque anni in una maggior spesa superflua di circa 3 miliardi di euro per i consumatori e in un 20% di aumento per i Sistemi Sanitari Pubblici.
Inoltre Barack Obama, desideroso di riformare il sistema sanitario degli Stati Uniti che lascia senza copertura medica 47 milioni di cittadini, sta affrontando l’ira del complesso farmaceutico-industriale. Qui le somme in gioco sono gigantesche (la spesa per la sanità rappresenta l’equivalente del 18% del PIL) e le controlla una vigorosa lobby di interessi privati che riunisce, oltre alle Big Pharma, alle grandi compagnie assicurative e tutto il settore delle cliniche ed ospedali privati. Nessuno di questi attori vuole perdere i suoi ricchi privilegi. Per questo, appoggiandosi ai grandi media più conservatori e al Partito Repubblicano, stanno spendendo decine di milioni di dollari in campagne di disinformazione e di calunnie contro la necessaria riforma del sistema sanitario.
È una battaglia cruciale. E sarebbe drammatico se le mafie farmaceutiche la vincessero. Perché a quel punto raddoppierebbero gli sforzi per attaccare, in Europa e nel resto del mondo, la diffusione dei farmaci generici e la speranza di sistemi sanitari meno costosi e più solidali. Fonte: giornalismo partecipativo.
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